Fonte: La Stampa
Mano tesa alla Lega, invece, sulla legittima difesa
Alfonso Bonafede per un giorno ruba la scena a Matteo Salvini, il ministro della Giustizia parla in commissione alla Camera e annuncia le linee guida del governo sulla materia, promettendo «discontinuità» rispetto agli esecutivi Renzi-Gentiloni. Di fatto, il ministro M5s presenta un piano d’azione che fa saltare sulla sedia i garantisti e che scatena la reazione di Pd e Forza Italia: la riforma delle intercettazioni varata solo lo scorso gennaio da Andrea Orlando va rivista, i termini per la prescrizione potrebbero essere bloccati dopo il primo grado di giudizio, le carceri andranno riorganizzate in modo da tenere insieme «rieducazione e certezza della pena», bisogna dare maggiore sostegno alla figura dell’ «agente provocatore» e insistere sulle misure di interdizione per i corrotti e i corruttori. Mano tesa alla Lega, invece, sulla legittima difesa: «Bisogna eliminare le zone d’ombra che rendono difficile e complicato dimostrare che si è agito per legittima difesa».
Decreto sugli ascolti per luglio
Bonafede spiega che il governo «interverrà nell’immediatezza» e mette nel mirino soprattutto le norme sulle intercettazioni appena approvate che limitano la possibilità di pubblicazione: vanno riscritte, spiega Bonafede, perché rappresentano un «dannoso passo indietro». Per Bonafede ci vorrà «un decreto entro luglio per poter riscrivere la norma quasi integralmente, poiché secondo noi l’entrata in vigore di quella norma sarebbe gravissima per la lotta alla corruzione». Allo stesso modo, il ministro assicura che si sta valutando uno stop ai termini della prescrizione dopo la sentenza di primo grado: «Una riforma seria ed equilibrata della prescrizione è una priorità irrinunciabile».
«Prassi spregiudicata»
Il ministro va all’attacco anche sul Csm, contestando la «prassi spregiudicata» di portare ai vertici dell’organo di autocontrollo della magistratura un esponente del governo, come ha fatto Matteo Renzi con Giovanni Legnini, attuale vice-presidente: «Il mio – precisa Bonafede – non è stato un attacco personale a Legnini, che ha lavorato benissimo. Mi sono limitato a sottolineare la prassi inaugurata dal governo precedente di portare all’interno del Csm un membro in carica. Sono stati fortunati perché Legnini è una persona seria, ma si tratta di una prassi spregiudicata per chi vuole tutelare il confine tra i diversi poteri dello Stato».
Il ministro ottiene gli applausi dell’Anm, attraverso il presidente Francesco Minisci: «Ci sono dei segnali positivi che vanno nella direzione che avevamo auspicato». Forza Italia apprezza la parte sulla legittima difesa, ma con Mariastella Gelmini definisce una «aberrazione» l’ipotesi di bloccare la prescrizione dopo il primo grado, mentre Francesco Sisto definisce il ministro «populista e giustizialista». E il Pd Franco Vazio parla di «demagogia e brutte idee».