ECONOMIA
Fonte: La Stampa
La decisione a sorpresa del segretario: “Una scelta di pancia”. Tocca ad Annamaria Furlan
Una notizia davvero inaspettata, quella delle dimissioni di Raffaele Bonanni dalla guida della Cisl. L’indiscrezione, apparsa su Dagospia, è stata poi confermata da fonti del sindacato e dallo stesso Bonanni dai microfoni del Tg3. Per domani è prevista una riunione della segreteria confederale con i responsabili delle categorie e delle strutture regionali.
Il sindacalista abruzzese, quasi 66 anni, alla guida della Cisl dal 2006, in realtà aveva annunciato la sua volontà di lasciare soltanto nel 2015, accompagnando in questo lasso di tempo la crescita di Annamaria Furlan, attuale numero due dell’organizzazione e che con ogni probabilità ora diventerà a breve segretario generale della Cisl. Fonti vicine al segretario uscente definiscono la decisione di Bonanni come una scelta “di pancia” maturata nel corso delle vacanze estive. La Cisl «non cambia linea» sulla riforma del lavoro, ha precisato il segretario uscente. «Quello che conta – ha aggiunto – è trovare una soluzione per le persone che sono più in difficoltà».
Di certo, si sa quanto Bonanni giudichi negativamente l’attuale evoluzione dei rapporti tra politica e sindacato, con la totale interruzione della concertazione tra governo, imprese e sindacato che per lui ha rappresentato sempre l’obiettivo cui mirare. Allo stesso tempo negativa è la valutazione su Matteo Renzi, sul suo modo di governare, sul suo linguaggio e il suo stile, sulla sua strategia di delegittimazione del sindacato e dei leader sindacali definiti senza troppi problemi come “vecchi”. Ancora, nello scorcio finale della scorsa legislatura, durante la fase finale del governo Berlusconi e durante il governo Monti, Bonanni aveva anche tentato senza successo di favorire una riaggregazione delle forze politiche di orientamento centrista e cattolico. Infine, pessimo è la stato dei rapporti – anche personali – con i suoi colleghi di Cgil e Uil.
Insomma, quello che si fa trapelare dalle stanze del sindacato di Via Po è che Bonanni abbia deciso un po’ umoralmente di “sbattere la porta” e abbandonare un mondo, quello della politica e del sindacato, che non è più quello in cui ha a lungo navigato. Allo stesso tempo, è possibile che anche il gruppo dirigente della Cisl (finora totalmente fedele al segretario generale) gli abbia “consigliato” fortemente di favorire un rinnovamento – ad esempio passando la mano a una donna – che posizioni più favorevolmente la stessa Cisl in questa difficile fase.
Ma non sarà facile il compito che attende Annamaria Furlan, futuro segretario generale: persona seria, con una lunga carriera nell’organizzazione, ma che si è sempre occupata di problemi settoriali e non ha mai seguito in prima persona (o tantomeno sotto le ali di Bonanni, un dirigente che ha sempre amato decidere in solitaria) le questioni generali della politica economica e sociale. Chi la conosce ne parla bene, se ne sottolinea lo spirito unitario nei confronti di Cgil e Uil, ma tutti sottolineano la sua mancanza di esperienza. Furlan dovrà imparare, molto presto, a camminare da sola.
Quanto al destino personale di Raffaele Bonanni, i suoi collaboratori smentiscono la possibilità che venga nominato (come pure era stato fatto trapelare) in ruoli di potere, come l’Inps o aziende pubbliche; si parla al contrario di un impegno nel mondo del volontariato e dell’associazionismo cattolico. Staremo a vedere.