19 Settembre 2024

Fonte: Il Sole 24 Ore”

economia

Mercati azionari europei sotto pressione, in una giornata in cui sembrano riaffiorare i timori di natura geo-politica a seguito dell’abbattimento del jet russo da parte della Turchia

Sul fronte macro, rivisto al rialzo il Pil Usa del terzo trimestre, in linea con le previsioni, un dato che tuttavia non scalda Wall Street (-0,4% in apertura). L’indice Ftse Mib accusa un calo dell’1,8%, muovendosi in linea con gli altri listini del Vecchio Continente. A soffrire sono soprattutto i titoli delle compagie aeree, quelli delle società legate ai viaggi e anche il lusso. In precedenza Tokyo ha terminato in leggero rialzo per la quinta volta consecutiva. Poco mosso lo spread BTp-Bund a 99 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,49%. L’euro resta ancora debole poco sopra 1,06 dollari. Deciso progresso invece per il prezzo del petrolio in una giornata di forti tensioni internazionali. Il greggio Wti a New York è in progresso del 3,14% a 43,06 dollari al barile (+1,31 dollari). Tuttavia, diversi analisti ritengono che si tratti di una reazione a caldo che non sarà duratura, in quanto nell’area interessata dallo scontro tra Turchia e Russia non sono in gioco significativi giacimenti di petrolio.

Fiducia francese stabile post-attentati
In Francia, intanto, il primo indicatore sulla fiducia delle imprese post-attentati si segnala stabile a 102 punti a novembre, anche se va detto che gran parte degli intervistati aveva risposto all’inchiesta prima del 13 novembre. «Personalmente userei un po’ di cautela – spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners -perchè l’impatto degli attentati, con le varie ricadute su fiducia, politica e costi non ha ancora potuto dispiegarsi completamente. Ma è un fatto che l’incremento delle misure di stimolo della Bce che vedrà la luce con ogni probabilità tra 10 giorni andrà a impattare un’economia che sta già riprendendo un po’ di colore, e ciò ne esalterà gli effetti macroeconomici».

Occhi puntati sulla Fed
Il Pil Usa nel terzo trimestre è stato rivisto al rialzo e cresce del 2,1% in seconda lettura, in linea con le attese, contro il +1,5% della prima lettura e il +3,9% del secondo trimestre. Ma è il tema delle banche centrali a tenere comunque le fila del discorso per gli investitori. Oggi pomeriggio arriverà anche il dato sulla fiducia delle imprese Usa, che con l’indice Case-Shiller sul mercato immobiliare potrà fornire nuove indicazioni sulle future mosse della Federal Reserve sui tassi. «I membri del consiglio direttivo della banca centrale Usa stanno cercando di persuadere il mercato verso un rialzo graduale dei tassi e molto utile alla loro causa sarebbe che i dati macro si mantenessero da qui a metà dicembre, quando si riuniranno per decidere, tra il discreto e il buono, ma senza strafare», sottolinea ancora Sersale. Indicatori particolarmente robusti, come quelli del mercato del lavoro di ottobre, o eventuali risvegli dei prezzi potrebbero infatti far dubitare della gradualità dei rialzi e riportare volatilità sui listini.

Tassi tedeschi sempre più in basso in vista della Bce
Tornando in Europa, invece, è previsto il discorso del membro del board Bce, Yves Mersch, a margine del lancio ufficiale della nuova banconota da 20 euro. Ieri la tedesca, Sabine Lautenschlaeger si è mostrata contraria a nuove manovre espansive, disallineandosi quindi alle voci degli altri banchieri, Draghi compreso. Il mercato sembra comunque convinto di una riduzione di almeno dieci centesimi del tasso sui depositi (attualmente a -0,20%) già a dicembre, anzi va oltre visto ceh lo Schatz (il titolo biennale tedesco) ha toccato nuovi minimi a -0,40%.

Bene la fiducia in Germania, un po’ meno il Pil
Sempre in Germania il dato finale del Pil del terzo trimestre ha confermato il rallentamento segnalato nel preliminare (+0,3% da +0,4% a livello trimestrale), con contributi negativi da parte di investimenti ed esportazioni nette e buone indicazioni dai consumi. Bene invece l’indice di fiducia Ifo delle imprese tedesche, salito oltre le attese a novembre fino a 109 punti.

Lira e bund turchi sotto pressione dopo l’abbattimento del jet russo
Da segnalare, su un mercato valutario che non presenterebbe altrimenti movimenti particolarmente significativi con un euro ancora vicino ai minimi dell’anno sul dollaro, anche il crollo della lira turca. Quest’ultimo sembra essere un riflesso immediato alla notizia dell’abbattimento del caccia russo impegnato in un raid al confine fra la stessa Turchia e la Siria. La tensione si scarica anche sui titoli di Stato del Paese: il rendimento a due anni è infatti balzato oltre il 10%.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *