In calo anche Wall Street, appesantita da Disney e PacWest (-20%). Dati Usa a due velocità: salgono meno delle attese i prezzi alla produzione ma i sussidi superano le stime e tornano sui massimi da ottobre. La Bank of England alza i tassi di 25 punti base e apre a nuovi aumenti
I dati Usa a due velocità e la traiettoria di ulteriori rialzi dei tassi delineata dalla Bank of England spingono al ribasso gli indici europei, insieme all’apertura debole di Wall Street. La Bank of England ha aumentato il costo del denaro di 25 punti base come atteso, ma ha lasciato la porta aperta a ulteriori aumenti per contrastare l’inflazione. Intanto, gli investitori stanno facendo ancora i conti con i dati sull’inflazione americana che dà qualche segnale di raffreddamento, come conferma anche il dato sui prezzi alla produzione, saliti meno del previsto mentre i sussidi mostrano qualche segnale di difficoltà per il mercato del lavoro. Pesano sui mercati sia le incertezze sul debito Usa – che inizia a preoccupare gli investitori – che i dati che arrivano dalla Cina e che pesano sui mercati asiatici: il rallentamento dell’inflazione, ai minimi da due anni, è un ulteriore segnale del fatto che l’economia cinese fatica a ritrovare il passo.
Si muovono così in calo, dopo una mattinata positiva, il CAC 40 -0,23% di Parigi, il -0,67% di Francoforte, l’AEX +0,04% di Amsterdam e l’Ibex di Madird. Il Ftse100 di Londra è scivolato sui minimi dell’ultima settimana. La performance peggiore è quella del -1,06% di Milano, sui cui pesano le vendite sui big finanziari.
Wall Street debole, giù Disney e le banche regionali
Indici in rosso a Wall Street, con il Dow Jones pesante e il Nasdaq che prova a resistere alle vendite. La conferma di un rallentamento delle dinamiche inflazionistiche è arrivata dai dati sui prezzi alla produzione in aprile, aumentati dello 0,2% contro attese per un +0,3%. Il dato annuo è al 2,3%, in rallentamento dal 2,7% di marzo. Peggiori delle attese invece i numeri sui sussidi alla disoccupazione, saliti nell’ultima settimana di 22.000 unità a 264.000, contro attese a 245.000, e sui massimi da fine ottobre. Resta la preoccupazione per il tetto del debito, su cui repubblicani e democratici devono trovare un accordo per evitare che gli Stati Uniti finiscano presto, per la prima volta, in default. La segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha definito «impensabile» un default degli Stati Uniti parlando dal Giappone, dove si trova per gli incontri del G-7.
Sull’azionario, +0,47% è debole nel premercato, dopo aver annunciato il congelamento degli aumenti degli stipendi per i dipendenti – promesso lo scorso anno – nell’ambito di un piano per ridurre i costi; quest’anno, la società tech ha già annunciato un taglio della forza lavoro di quasi il 5%. Walt Disney è pesante dopo ricavi e utili in linea con le attese, ma un deciso calo trimestrale del numero di abbonati ai servizi streaming. Altro crollo per PacWest, con la banca regionale che in una settimana ha perso il 9,5% dei depositi, alimentando nuove tensioni nel settore, che ha già vissuto tre fallimenti negli ultimi due mesi. Altri titoli di banche regionali sono sotto pressione.
Piazza Affari zavorrata dai finanziari e da Iveco
Occhi puntati ancora sulle trimestrali: a Piazza Affari: bene Nexi +1,06% dopo il trimestre sopra le attese, in testa al listino gli acquisti premiano Banca Monte Paschi Siena +0,82%, mentre si muovono deboli gli altri finanziari. Segnano il passo Mediobanca -3,99% dopo la trimestrale con utili oltre le attese e oltre i target del piano, Azimut, Banca Generali, Generali e Unipol. I realizzi colpiscono elecom Italia -2,73% dopo il +4% della vigilia. Si salvano le utility. Fuori dal listino principale vendite su De Nora, dopo il trimestre che vede utili in calo nonostante l’aumento dei ricavi e la conferma della guidance e l’addio del cfo, mentre prosegue il rally di Italia Independent +17,4% dopo il salvataggio da parte di Lapo Elkann.
Focus sulle trimestrali in Europa<
Trimestrali sotto i riflettori anche nel resto d’Europa: sale +2,29% dopo i conti migliori delle attese e l’annuncio di un programma di buyback fino a 1,5 mld di euro. Vendite invece su -6,13% dopo che il gruppo ha freddato le attese sul 2023, dicendo che i risultati saranno nella parte bassa delle previsioni a causa degli effetti dell’inflazione.
Acquisti sul dollaro, in calo la sterlina. Gas sotto i 35 euro
Il dollaro rimbalza dopo la debolezza della vigilia e spinge l’euro fino a un minimo di 1,092 dopo che l’euro/dollaro alla vigilia aveva superato quota 1,10. Resta in calo la sterlina, anche se lima le perdite contro il dollaro dopo la decisione della BoE. Ripiega sulla parità il petrolio, in rialzo stamane dopo il dato inatteso del calo delle scorte di benzina Usa che ha ridato fiducia sulla domanda. Si conferma sotto i 35 euro al MWh il prezzo del gas a 34,5 euro, dopo aver chiuso ieri sui minimi da 22 mesi.
Spread si conferma in area 191 punti, giù rendimenti
Seduta tonica per i corsi del reddito fisso scambiati sul secondario telematico Mts. I sovrani dell’eurozona sono tutti in denaro e lo spread tra i titoli di Stato italiani e i Bund di pari scadenza si conferma sui livelli della vigilia in area 191 punti, stesso livello del finale di mercoledì (193 punti base il closing del giorno prima). L’apprezzamento dei corsi fa invece scendere ancora i rendimenti: il BTp decennale rende al momento il 4,17% rispetto al 4,21% al closing della vigilia (4,26% martedì sera).
BTP, assegnati 3,5 mld triennali, rendimento scende al 3,45%
Rendimenti in discesa nell’asta di oggi in cui il Tesoro ha piazzato titoli a medio-lungo termine per 8,75 miliardi complessivi. Nel dettaglio, è stata emessa la quinta tranche del BTp a 3 anni scadenza 15/04/2026 per 3,5 miliardi a fronte di una richiesta pari a 5,173 miliardi (1,48 il rapporto di copertura). Il rendimento è sceso di 15 centesimi attestandosi al 3,45%. Collocata anche la terza tranche del BTp a 7 anni scadenza 15/06/2030: a fronte di richieste per 5,218 miliardi l’importo emesso e’ stato pari a 3,75 miliardi (1,39 il rapporto di copertura) mentre il rendimento, in calo di 7 centesimi sull’asta del mese scorso, si e’ attestato al 3,94%.Il Tesoro ha anche emesso la seconda tranche del BTp a 20 anni scadenza 01/09/2043 per 1,5 miliardi a fronte di una domanda pari a 2,458 miliardi (1,64 il rapporto di copertura). Il rendimento si e’ attestato al 4,67%.