22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Fabrizio Massaro


Attenzione alla banca o al servizio di moneta elettronica che usate. Se è basato in Gran Bretagna, tra meno di due mesi potrebbe non essere più autorizzato a operare in Italia. È una delle piccole grandi complicazioni provocate dalla Brexit, che priva del cosiddetto «mutuo riconoscimento» all’interno dell’Unione Europea gli intermediari finanziari — banche, istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica —che hanno sede in ciascuno dei Paesi dell’Unione, dalla quale a fine anno uscirà definitivamente la Gran Bretagna, con la scadenza fissata al 31 dicembre del periodo di transizione previsto dall’accordo sulla Brexit.

Le nuove norme
Dal 1 gennaio 2021 — avvisa la Banca d’Italia — la prestazione di servizi bancari e finanziari da parte di questi intermediari sarà da considerarsi abusiva ai sensi di legge, a meno che non siano stati nuovamente autorizzati in Italia. In mancanza di una nuova autorizzazione essi dovranno aver cessato la propria operatività o trasferito i contratti a un altro intermediario autorizzato. L’allarme è rivolto in particolare a chi — imprese o consumatori — opera con istituzioni britanniche. Non si conoscono i dati — non sono noti alla Vigilanza né il numero di clienti né i volumi di denaro intermediato — e in particolare viene posta attenzione agli intermediari che operano direttamente dal Regno Unito, dato che gli intermediari che hanno una succursale in Italia hanno in gran parte già provveduto a farsi autorizzare.

I link utili per la verifica
Per evitare disagi e disservizi alla clientela, la nota evidenzia che la Banca d’Italia ha più volte sollecitato gli intermediari con sede nel Regno Unito a pianificare e avviare le attività necessarie per affrontare la Brexit in modo ordinato e a informare la propria clientela italiana. «È tuttavia possibile che non tutti i clienti abbiano ricevuto queste informazioni. Considerato l’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre, si invitano i clienti di questi intermediari a verificare di avere ricevuto un’informazione adeguata e completa. In caso contrario è importante prendere al più presto contatti con l’intermediario per ottenere indicazioni sulla possibilità di proseguire o meno i rapporti in essere». I contatti degli intermediari possono essere reperiti anche sul sito dell’autorità competente per il Regno Unito, la Financial Conduct Authority.
«Si raccomanda alla clientela che intenda recedere dal contratto o trasferirlo presso un altro operatore autorizzato di attivarsi tempestivamente e nel rispetto delle disposizioni contrattuali e di legge (che possono prevedere modalità particolari di esercizio dei diritti dei clienti), per evitare possibili disguidi legati alla prevedibile concentrazione di richieste in prossimità della data del 31 dicembre». I clienti delle imprese di investimento insediate nel Regno Unito possono fare riferimento alle informazioni sulla Brexit contenute nel sito della Consob e i clienti delle compagnie di assicurazione britanniche al sito dell’Ivass.

Le assicurazioni
Proprio l’Ivass ha diffuso un’analoga nota nella quale avvisa che dal 1 gennaio 2021 le imprese di assicurazione e gli intermediari assicurativi britannici (Regno Unito e Gibilterra) non potranno più operare in Italia salvo che non siano autorizzati dall’Ivass come operatori di uno Stato non aderente all’Unione europea. In particolare non potranno più stipulare nuovi contratti né rinnovare quelli esistenti ma restano tenute ad assicurare la corretta esecuzione dei contratti assicurativi in essere, compresa la gestione dei sinistri, dei pagamenti, dei riscatti e dei recessi. L’invito ai «clienti italiani di operatori assicurativi britannici» è di «verificare di avere ricevuto informazioni adeguate e complete e, se del caso, a prendere contatti con la compagnia di assicurazione e/o il proprio intermediario (distributore). Per ulteriori informazioni i consumatori possono rivolgersi al Contact Center Consumatori dell’Ivass, numero verde 800-486661 dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 14:30 o consultare il sito dell’istituto.

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