Fonte: La Repubblica
di Pietra Matteucci
Dopo una notte di serrato testa a testa, ha vinto il Leave sul Remain. Crolla la sterlina, segnando i minimi dal 1985. Il leader dell’Ukip chiede le immediate dimissioni del premier. Parte l’effetto domino, Geert Wilders vuole consultazione per l’Olanda. Salvini: “Ora tocca a noi”. Riunione straordinaria a Palazzo Chigi con Renzi e Visco
LONDRA – È stato un testa a testa costante, con continui ribaltamenti di fronte: alla fine ha vinto il Leave sul Remain e la Gran Bretagna è fuori dalla Ue. Alta l’affluenza alle urne: ha votato il 72,2% dei cittadini. Il voto, oltre a far precipitare il Regno Unito nell’incertezza, rappresenta la sconfitta più netta per i fautori di una maggiore integrazione europea dopo la Seconda Guerra Mondiale e rischia di innescare un effetto domino in altri Paesi. Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, vuole incontrare Merkel per evitare l’effetto domino, anche se per Schulz “Non ci sarà alcuna reazione a catena – ha detto Schulz alla tv pubblica tedesca Zdf – non credo che altri Paesi saranno incoraggiati a percorrere questa strada pericolosa”. Il presidente Usa, Barack Obama, informato dell’esito della consultazione, in giornata parlerà con David Cameron.
Profondamente scossi i mercati finanziari, che alla vigilia, si erano posizionati per una vittoria del fronte pro-Ue mentre a spoglio ormai quasi completato, i voti favorevoli all’uscita si attestano al 51,8%, contro i 48,2% di preferenze per restare. Deutsche Bank prevede conseguenze negative sotto tutti gli aspetti.
La gioia di Farage. L’iniziale esultanza nel campo dei pro-Ue ha progressivamente lasciato il campo alla gioia di quanti vogliono la Gran Bretagna fuori dall’Unione europea. “Ora potremmo cantare il nostro inno senza che Bruxelles ci dica che è sbagliato”, ha detto il leader dell’Ukip, Nigel Farage commentando l’andamento dello spoglio. È “una vittoria della
gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l’inganno”, ha detto Farage, che ha definito il 23 giugno come l’Independence Day della Gran Bretagna. E chiede le immediate dimissioni del primo ministro David Cameron: “Se il Leave vince, il premier David Cameron si deve dimettere immediatamente”.
Cameron resta primo ministro. Le voci che il premier potesse lasciare subito l’incarico si sono fatte più consistenti man mano che il voto si definiva. Ma il governo britannico prosegue il suo lavoro nonostante la bruciante sconfitta e Cameron resta premier, con l’obiettivo di “stabilizzare la situazione nel breve periodo e trovare le migliori soluzioni nel lungo periodo”, ha detto il ministro degli esteri di Londra Philip Hammond. Tra i Tories, ottantaquattro deputati conservatori schieratisi a favore della Brexit hanno firmato una lettera in cui hanno chiesto al primo ministro di rimanere al suo posto qualunque fosse stato l’esito del voto: tra i firmatari vi sono anche l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, e il ministro della giustizia Michael Gove.
Crolla la sterlina. La sterlina accusa il colpo, ampliando le perdite sul dollaro a 1,33. Solo ieri sera era a 1,50 dollari, grazie ai sondaggi che prevedevano un vittoria del campo favorevole alla permanenza nella Ue. La moneta inglese segna i minimi dal 1985: è il calo più forte di sempre.