Fonte: Sole 24 Ore
di Alessandro Merli
Senza Brexit, l’economia mondiale avrebbe potuto godere di una leggera accelerazione della crescita rispetto alle previsioni di aprile, secondo il Fondo monetario, grazie a un’attenuazione della recessione in due dei più grandi Paesi emergenti, Brasile e Russia. L’incertezza causata dal referendum britannico per l’uscita dall’Unione europea ha invece indotto gli economisti dell’Fmi a una limatura rispetto alle stime del “World Economic Outlook” di tre mesi fa. L’economia mondiale crescerà del 3,1% quest’anno, esattamente come l’anno scorso, e del 3,4% l’anno prossimo. In entrambi i casi le cifre sono state riviste al ribasso dello 0,1%, nello scenario di base.
Stessa riduzione delle previsioni per l’Italia, come del resto era già emerso nel rapporto sul Paese pubblicato nei giorni scorsi: l’economia si espanderà dello 0,9% nel 2016 e dell’1% nel 2017. La crescita italiana è la più bassa fra i Paesi del G-7 con l’esclusione del Giappone. Il Fondo insiste che in Europa, e quindi in Italia, dove il problema è particolarmente acuto, devono essere affrontate rapidamente le vulnerabilità del settore finanziario, specialmente quelle delle banche.
Anche se l’andamento dell’economia mondiale è stato migliore del previsto nei primi mesi del 2016, sostiene l’analisi del Fondo, il risultato del voto in Gran Bretagna, che ha sorpreso i mercati finanziari, ha fatto sì che si materializzasse un importante rischio al ribasso. L’incertezza, secondo l’Fmi, avrà un impatto negativo sulla fiducia e gli investimenti, anche attraverso le ripercussioni sulle condizioni finanziarie e il sentimento dei mercati in genere. Naturalmente, non è chiaro a questo punto quali saranno le dimensioni di questo stato di incertezza, il che complica ulteriormente il compito di fare previsioni, nota il Fondo monetario. Le revisioni iniziali delle stime sono concentrate soprattutto sui Paesi europei (-0.2% nel 2017 per l’area euro, -0,4% per la Germania, -0,2% per la Spagna).
Nell’area dell’euro, la crescita è stata più alta del previsto, 2,2% nel primo trimestre, per effetto di un aumento della domanda interna, compresi gli investimenti, e avrebbe probabilmente portato a una revisione al rialzo delle stime senza l’impatto di Brexit. Il 2016 chiuderà comunque leggermente meglio (1,6%, contro l’1,5% previsto ad aprile), con il ribasso concentrato sull’anno prossimo. Il Regno Unito soffrirà ovviamente le conseguenze più pesanti: la crescita di quest’anno, di 1,7%, è stata ritoccata al ribasso dello 0,2%, quella dell’anno prossimo, di 1,3%, tagliata di quasi un punto percentuale.
Il Fondo monetario delinea tre scenario alternativi a seconda di come si evolveranno i negoziati fra la Gran Bretagna e l’Unione europea: nel più severo, la crescita mondiale scenderebbe al 2,8% sia nel 2016, sia nel 2017, quella dei Paesi avanzati all’1,4 e all’1% (contro uno scenario base dell’1,8% in tutti e due gli anni).
Tiene la Cina, a 6,6 e 6,2% rispettivamente nel 2016 e nel 2017, grazie a diversi interventi di stimolo varati dalle autorità, ma potrebbe a sua volta risentire di una frenata più marcata del previsto in Europa. L’India, con 7,4% in entrambi gli anni, resta la grande economia con il miglior andamento.