Al vertice della Comunità Politica Europea, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha sostenuto, nel suo colloquio con Starmer, la causa di un accordo che consenta ai giovani spagnoli (18-30) di vivere nel Regno Unito. Il fatto che Starmer non abbia immediatamente respinto l’idea come aveva invece fatto a aprile, è un passo avanti
La stampa conservatrice l’ha soprannominato «Keir Stalin» dopo la vittoria a valanga del Labour alle elezioni del 4 luglio. Il Financial Times parla di «machismo di Stato» per descrivere il programma ambizioso del nuovo primo ministro Keir Starmer deciso a sfruttare l’enorme maggioranza su nazionalizzazioni, edilizia, ambiente, welfare, fiscalità. Restava, alla destra, una consolazione. La garanzia fornita da Starmer che su Brexit non si torna indietro. Però ora il Daily Telegraph ha scoperto che al vertice della Comunità Politica Europea (Cpe) di due settimane fa a Blenheim Palace nei pressi di Oxford, il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha sostenuto, nel suo colloquio con Starmer, la causa di un accordo Londra-Madrid che consenta ai giovani spagnoli (18-30) di vivere nel Regno Unito.
Il fatto che Starmer non abbia immediatamente respinto l’idea come aveva invece fatto a aprile, prima del voto, ha allarmato il fronte dei sostenitori di Brexit (James Cleverly, ministro ombra degli Interni, ha accusato Sir Keir di aver fatto una «inversione a U»). Un accordo bilaterale sarebbe insostenibile: dovrebbe includere tutti Paesi membri dell’Ue. Londra ha già un visto che si chiama «Youth Mobility Scheme» e consente a ragazzi provenienti da dieci paesi tra cui Australia, Nuova Zelanda e Canada (l’Unione Europea ovviamente è fuori) di studiare o lavorare nel Regno Unito per due anni.