20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

A favore hanno votato 327 deputati contro 299. Il leader conservatore chiede lo scioglimento della Camera e lo svolgimento di elezioni il 15 ottobre ma subisce un’altra sconfitta. Corbyn si era detto contrario: “Prima si mandi avanti l’iter”

Si conferma la sconfitta per Boris Johnson. La Camera dei Comuni ha approvato nella serata di martedì 4 settembre, anche in ultima lettura, la legge anti-no deal promossa dalle opposizioni e dai ribelli Tory per cercare di imporre un rinvio della Brexit in mancanza di accordo con l’Ue alla scadenza del 31 ottobre. A favore della mozione Benn hanno votato 327 deputati, contro 299. La Camera dei Comuni aveva già votato in seconda lettura nel pomeriggio con 329 deputati favorevoli e 300 contro. Per essere efficace la legge anti-no deal dovrà passare anche per la Camera dei Lord.
Come previsto, il premier britannico ha quindi presentato la mozione che chiede lo scioglimento della Camera e lo svolgimento di elezioni anticipate il 15 ottobre. Uscendo sconfitto anche in questo caso: si sono espressi contro la sua richiesta 298 deputati, a favore 56, si legge sui media britannici. Per l’approvazione sarebbe stata necessario il sostegno di due terzi dell’aula, cioè un totale di 434 voti favorevoli.
“Il Paese deve decidere se io o il leader dell’opposizione dobbiamo andare a Bruxelles a negoziare per la Brexit”, aveva detto Johnson aprendo il dibattito sulla mozione per le elezioni anticipate, ribadendo: “Non voglio elezioni, il pubblico non vuole elezioni, ma questa Camera non ha lasciato altre opzioni”. Secca la replica del leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn, contrario alle elezioni anticipate al 15 ottobre perché “prima dovrà essere attuata la legge anti-no deal appena approvata ai Comuni e poi dopo potremo votare”.
“Oggi è l’ultima chance per evitare il no deal e dobbiamo coglierla”, ha spiegato Keir Starmer, portavoce per la Brexit del Partito laburista.
L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza un accordo, il “No deal”, avverrebbe in automatico nel caso che il governo britannico non riuscisse a trovare un accordo con Bruxelles prima della fatidica data del 31 ottobre. Boris Johnson sta cercando di far scivolare il Paese verso questo passaggio, causando opposizioni crescenti. Tutti coloro che in Parlamento si oppongono al no deal, stanno cercando quindi di prendere la guida della Camera per evitare quello che da molti è considerato un disastro economico.

Boris Johnson perde la maggioranza in Parlamento
Il premier ieri 3 settembre ha perso la maggioranza in Parlamento, dopo che il 48enne parlamentare conservatore Phillip Lee ha deciso di abbandonare i tories. Durante la seduta alla Camera dei Comuni, il deputato si è spostato nella parte del Parlamento riservato ai liberal-democratici.
Inizia così la rivolta tories contro il leader, la maggioranza al governo si reggeva su un singolo voto. Johnson ha reagito minacciando di escludere i “traditori” dal partito conservatore.

Il Parlamento prende il controllo dell’agenda su Brexit: 21 tories votano contro Boris Johnson
Durante la serata di ieri, intorno alle 23 italiane, le opposizioni hanno approvato una legge che obbligherebbe il premier a chiedere all’Ue l’ennesimo rinvio della Brexit fino al 31 gennaio 2020, nel caso non concluda un accordo entro il 19 ottobre. In questa votazione, i laburisti guidati da Jeremy Corbyn e i lib-dem hanno sconfitto Boris, 328 a 301 voti, prendendo il controllo dell’agenda legislativa della Camera dei Comuni. Le opposizioni stanno tentando di evitare il No Deal. Decisivo John Bercow, lo speaker della Camera, che ha permesso la legislazione di emergenza.
Non è finita qui. Durante la votazione di ieri sera si è consumato un altro atto della ribellione Tories: 21 parlamentari conservatori, dall’ex ministro delle Finanze Hammond fino al nipote di Churchill Sir Nicholas Soames, hanno votato contro il premier e in sostegno alle opposizioni.

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