16 Settembre 2024

Ursula von der Leyen rimane la candidata favorita: probabile la sua rielezione alla guida della Commissione europea. Nuovo vertice fissato per la prossima settimana

I Ventisette hanno deciso di rinviare alla settimana prossima la nomina dei principali dirigenti dell’Unione europea per il prossimo quinquennio. Alcuni paesi membri hanno criticato l’approccio con cui è stata preparata la riunione informale di ieri, lunedì 17 giugno. Altri hanno messo l’accento sulla necessità di meglio valutare i candidati. Ursula von der Leyen rimane la candidata favorita per la guida della nuova Commissione europea.
“Non vi è un accordo stasera”, ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, in una dichiarazione alla stampa poco dopo la mezzanotte. L’uomo politico belga ha spiegato che la riunione ha permesso un utile scambio di opinioni dopo il voto del 6-9 giugno, nel quale il partito popolare europeo ha ottenuto la maggioranza relativa. A giocare contro una decisione sulle cariche per il prossimo quinquennio è stata una serie di coincidenze.
Non è piaciuto il tentativo di popolari, socialisti e liberali di confermare ex ante la maggioranza della legislatura precedente. Il premier ungherese Viktor Orbán ha spiegato su X: “La volontà dei cittadini europei è stata ignorata oggi a Bruxelles. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il PPE (…) alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: oggi hanno fatto un accordo e si sono divisi i posti di comando della UE”.

I dubbi che hanno portato al rinvio
Tre i nomi circolati insistentemente alla vigilia della riunione di ieri: la signora von der Leyen ed esponente del partito popolare per la presidenza della Commissione europea, l’ex premier socialista portoghese António Costa per la presidenza del Consiglio europeo e l’attuale premier liberale estone Kaja Kallas per la carica di Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza. Nei tre casi sono emersi dubbi da parte di alcuni leader politici.
C’è chi come il premier polacco Donald Tusk ha espresso preoccupazione sugli eventuali futuri problemi giudiziari di António Costa, il cui capo di gabinetto ha problemi con la giustizia in Portogallo. C’è chi come il presidente slovacco Peter Pellegrini è sembrato preoccupato dai toni troppo anti-russi della signora Kallas. E chi come lo stesso premier ungherese Orbán non ama la presidente von der Leyen, e non manca l’occasione per dichiararlo pubblicamente.
Al di là di questi dubbi, ieri dopo la cena alcuni leader hanno lasciato intendere come vi sia sufficiente consenso a favore della signora von der Leyen (la decisione è presa dal Consiglio europeo alla maggioranza qualificata). “Non vedo voci che possano mettere in discussione il nome» di Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione europea, ha detto il premier croato Andrej Plenković. L’uomo politico ha parlato di “dibattito positivo”.

Un test per la nuova maggioranza
Insomma, per molti leader la cena di ieri è stato l’occasione per saggiare il clima dopo il voto di inizio mese più che per prendere una decisione. Altri però ne hanno approfittato per vendere cara la pelle. Hanno poi giocato due particolari elementi. Il mandato del presidente del Consiglio europeo è di due anni e mezzo, finora sempre rinnovati. Il PPE ha chiesto di potere ottenere la carica a metà legislatura in sostituzione dell’eventuale socialista Costa. Così facendo il PPE ha peggiorato il clima.
Il secondo elemento è probabilmente di ordine personale. C’è da chiedersi se i noti dissapori tra Charles Michel e Ursula von der Leyen non abbiano indotto il primo a frenare la decisione di ieri sera. Parlando alla stampa ha sottolineato di volere mantenere per quanto possibile “l’unità del Consiglio europeo”. Da giorni circolano voci qui a Bruxelles sui vari incredibili tentativi dell’ex premier belga di bloccare la conferma della presidente della Commissione europea
Ogni cinque anni i leader si accapigliano sulle nomine per la successiva legislatura. “Non penso che ora avremo una replica del 2019, quando ci fu una grande lotteria per tre giorni. Non sarà così. Tutto sembra essere molto più chiaro”, ha detto il premier olandese Mark Rutte. La riunione di ieri sera era informale, un esito positivo sarebbe comunque dovuto essere confermato dal prossimo vertice ufficiale, previsto il 27-28 giugno, quando sperabilmente verranno prese le decisioni.

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