18 Ottobre 2024
POLITICA
Fonte: Corriere della Sera
economia

Cgil e premier ai ferri corti: «L’esecutivo non vuole la concertazione» . Il presidente
del Consiglio:« Basta polemiche: i sindacati collaborino o andremo avanti senza di loro»

Governo e Cgil ai ferri corti: i dissapori che covavano da diverso tempo tra il principale sindacato italiano e il premier Matteo Renzi sono definitivamente esplosi con un botta e risposta che non lascia spazio a nessun dubbio. Aveva dato fuoco alle polveri Susanna Camusso , al congresso nazionale della Cgil a Rimini: «Il governo è antidemocratico». Renzi ha replicato con veemenza e a più riprese: «La musica è cambiata. Pensino ai disoccupati e non al sindacato».

Camusso: «Torsione democratica»

Ma ecco l’affondo del segretario della Cgil: Renzi (che Camusso pure non nomina mai per nome e cognome) è colpevole di aver messo da parte la concertazione. «L’autosufficienza della politica sta determinando una torsione democratica» ma il sindacato non si sente «orfano ma protagonista» ha detto il segretario generale, stigmatizzando così la posizione dell’esecutivo e dell’«attuale presidente del Consiglio: contrastiamo e contrasteremo l’idea di un’autosufficienza del Governo, che taglia non solo l’interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia – ha affermato il segretario dal Palacongressi di Rimini – Una logica di autosufficienza della politica che sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione».

Renzi/1: «La musica è cambiata»

«E il premier? Ha replicato a due riprese.Innanzitutto al Tg5: « Non è possibile che ci siano sempre polemiche. Noi stiamo cercando di cambiare l’Italia. I sindacati vogliono dare una mano? Lo facciano. Ma devono capire che la musica è cambiata, devono capire che non è che possono decidere tutto loro o bloccare tutto loro. Se vogliono affrontare delle questioni insieme a noi, ci siamo» Poi l’invito al taglio delle spese: «Nel momento in cui i politici riducono i posti, i dirigenti riducono gli stipendi, anche i sindacati devono fare la loro parte, partendo dalla riduzione del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego e dall’obbligo di mettere on line le spese. Io non rispondo – ha proseguito – agli insulti, alle offese, alle polemiche. Parlo di cose concrete. Vogliono darci una mano? Lo facciano. Ma non pensino che noi stiamo ad aspettare loro. L’Italia ha già aspettato troppo».

Renzi/2: «Pensino ai disoccupati»

Poi Renzi ha rincarato la dose anche dagli studi di Ballarò: «Il fatto che il massimo dell’elaborazione concettuale del leader Cgil sia l’attacco al governo, e non la preoccupazione per i disoccupati, è triste per i militanti della Cgil» E ha aggiunto:«In questo momento dovremmo preoccuparci sul creare lavoro», ha aggiunto, « Certi attacchi sono tristi perché noi dalla Cgil ci aspettiamo di più. Dov’è stata in questi anni quando le cose non andavano? . La disoccupazione è passata dal 7 al 13 percento e il sindacato non se n’è accorto» Secondo il premier poi l’attacco del segretario Generale servirebbe a ristabilire equilibri all’interno del Sindacato: « Se Camusso ha un problema interno perchè Landini chiede cose diverse è problema loro, noi vogliamo discutere ma basta con il potere di veto».

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