22 Novembre 2024

ESTERI

Fonte: La Stampa

migranti

Migliaia di profughi in attesa di partire per la Germania. Il governo: colpa di Merkel. Vienna chiede a Berlino di chiarire la posizione sul diritto d’asilo

Ieri i treni erano partiti carichi di migranti, verso Germania e Austria, oggi Budapest li ha fermati. Ed è esploso il caos nella capitale ungherese. Con tumulti e scontri, fino alla chiusura della stazione Keleti, blindata per ore, e lo sgombero di piazza Boruss. Gli agenti hanno usato i lacrimogeni, anche contro i rifugiati della Siria. Ormai però tutti, nella capitale ungherese, si dicono siriani. E questo per poter raggiungere la Germania di Angela Merkel, che nei giorni scorsi ha annunciato lo stop agli accordi di Dublino. Una decisione che oggi il governo di Viktor Orban ha impugnato contro la cancelliera, incolpandola direttamente dei disordini scoppiati a Budapest. Dove la gente, al grido «Germany!» ha preso letteralmente d’assalto i treni. E alla fine il ministro della Difesa ha annunciato di inviare fino a 3.500 militari in difesa delle frontiere. Anche se i militari non potranno aprire il fuoco, ha precisato.

“COLPA DELLA MERKEL”

Se il vicepremier Janos Lazar ha detto in Parlamento che il caos è tutta colpa della cancelliera tedesca, Merkel ha replicato di «non vedere corresponsabilità»: le regole di Dublino valgono ancora in Europa, anche se la Germania ha smesso, di fatto, di spedire indietro i siriani. Una situazione molto complicata, che rinvigorisce le tesi di Viktor Orban, secondo il quale l’Ue è incapace di gestire l’emergenza. Le regole in vigore sull’immigrazione sono un fallimento, sostiene da tempo il premier di Fidesz, che giovedì è atteso a Bruxelles, dove incontrerà Jean-Claude Juncker, Martin Schulz e Donald Tusk.

 

IL GRIDO “GERMANIA, GERMANIA”

Ieri la polizia ungherese aveva consentito le partenze: e così stamani 2200 migranti hanno raggiunto la stazione di Monaco, in centinaia sono scesi in altri centri della Baviera, 3650 sono arrivati a Vienna. Tutti `siriani´, veri o presunti: ormai tutti sostengono di venire dalla Siria. Stamattina gli ordini erano diversi: dopo i tumulti alla stazione Keleti. La polizia ha tentato di impedire l’accesso ai treni, ma la folla ha rotto il cordone e si è riversata nei vagoni. A questo punto gli addetti all’ordine pubblico hanno fatto chiudere la stazione, e i migranti sono stati sgomberati con la forza. Dopo un paio d’ore lo scalo ferroviario è stato riaperto: ma solo per permettere agli altri utenti di partire e arrivare. Centinaia di sedicenti profughi si sono seduti quindi ai margini della piazza Baross, nella speranza di poter tentare di nuovo il viaggio della speranza verso l’ovest. «Vogliamo partire!», «Siamo siriani!» «Germany», «Please open the station» si leggeva su cartelloni. La polizia ha blindato con delle balaustre i tre ingressi, poi ha fatto sgomberare anche la piazza usando lacrimogeni. Invano tanti di loro hanno protestato impugnando biglietti già comprati. Disagi e ritardi, ovviamente, anche per tutti gli altri passeggeri: chi voleva viaggiare, doveva superare una serie di punti di controllo, mostrando passaporto, visto, biglietto. E anche nelle vicinanze della stazione la polizia controllava praticamente chiunque.

 

LA FRONDA ANTI-MERKEL

Il portavoce del governo magiaro ha motivato la chiusura con il tentativo di Budapest di applicare la normativa Ue, che richiede agli extracomunitari che vogliano muoversi all’interno dell’area Schengen di aver un passaporto e un visto. La situazione è così confusa che la Germania si è sentita in dovere di far presente che la normativa europea inerente il diritto di asilo e che impone ai rifugiati di presentare la richiesta di asilo politico nel primo punto di approdo, non è sospesa. «La Germania non ha sospeso (i regolamenti di) Dublino», ha sottolineato il portavoce del governo, «chiunque arrivi in Ungheria deve registrarsi lì e sottoporsi lì alla procedura di richiesta d’asilo». Anche la ministra dell’Interno dell’Austria, Johanna Mikl-Leitner, ha chiesto nel frattempo alla Germania di chiarire la sua posizione sulle regole europee relative all’asilo in modo che ai rifugiati in Ungheria non vengano date fase speranze. . Ad agosto Berlino ha indicato che avrebbe dato uno status speciale ai rifugiati siriani, suscitando confusione sul se siano ancora in vigore i cosiddetti accordi di Dublino, in base ai quali i migranti devono chiedere asilo nel primo Paese Ue in cui arrivano.

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