Fonte: Corriere della Sera
Vito Crimi convoca l’assemblea ma non ci andrà. Grillo: non credo più nel ruolo del Parlamento. In arrivo provvedimenti (anche espulsioni) per chi ha votato no al referendum
L’ago della bilancia e le regole. Mentre vince la linea dura su sanzioni e espulsioni, Beppe Grillo torna prepotentemente centrale nella bufera che infuria nei Cinque Stelle. Il garante viene chiamato, interpellato perché si schieri con governisti o ribelli. «Tenetemi fuori dal caos», replica a chi lo cerca. Ma prima del voto di domenica, a metà della scorsa settimana, Grillo ha avuto un vertice riservato con Davide Casaleggio. Oggetto: il futuro del Movimento e i problemi legati al ruolo dell’imprenditore e di Rousseau. Il garante — secondo quanto trapela da fonti pentastellate — avrebbe deciso però di non scendere in campo, difendendo Rousseau ma ribadendo anche che «il governo giallorosso è la via migliore». Ma Grillo, che ieri è intervenuto al Parlamento Ue in un convegno con David Sassoli, continua a dribblare i veleni e le faide interne.
Rapporti tesi tra M5S e Casaleggio
Delle amministrative il garante non parla. Elogia Ursula von der Leyen («Ha detto cose straordinarie: finalmente dopo 20 anni ha parlato di rinnovabili e di green economy»), rispolvera la sua proposta dell’estrazione a sorte dei parlamentari e poi parla del voto di domenica ma solo in chiave referendaria: «Quando noi usiamo un referendum, usiamo il massimo dell’espressione democratica. Per me, che ho contribuito alla democrazia diretta, quindi non credo assolutamente più in una forma di rappresentanza parlamentare ma nella democrazia diretta». Grillo cita anche Rousseau (lo definisce «interessante»), ma i rapporti tra M5S e Casaleggio rimangono tesi. Nelle scorse settimane – rivela l’Adnkronos— l’imprenditore, venendo incontro alle richieste dei parlamentari, avrebbe proposto un’offerta per diventare fornitore esterno di servizi. Offerta però rispedita al mittente e giudicata irricevibile.
Tutti contro tutti
Ma non è solo la posizione di Casaleggio a preoccupare. Il tutti contro tutti rischia di degenerare. Non è più solo governisti contro ribelli (con diversi esponenti che si sono schierati con Di Battista, da Gianluca Vacca a Simone Valente): ci sono parlamentari contro «i vertici dei ministri» (il riferimento è a un incontro post voto di Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede) e consiglieri regionali contro parlamentari. In questo pantano, con mediatori che stanno lavorando sottotraccia per una soluzione, Vito Crimi si deve destreggiare. Oggi ci sarà l’assemblea di deputati e senatori: il reggente che l’ha convocata la diserterà e toccherà ai capigruppo illustrare l’iter per gli Stati generali. Il progetto di Crimi prevedeva la costituzione di un comitato organizzativo a cinque, ma nella baraonda è possibile che ci siano altri ritardi. Sempre Crimi vedrà lunedì i consiglieri regionali, infuriati per essere stati inizialmente tenuti fuori dalla questione Stati generali.
Due o tre espulsioni
Ma la vera bomba a orologeria passa molto probabilmente dalla linea dura sulle sanzioni. «Basta tolleranza, le regole devono essere rispettate: se lo chiediamo ai cittadini e ai parlamentari, i primi a farlo dobbiamo essere noi», è quello che si respira ai piani alti M5S. Quindi: scure sui chi si pone fuori dalle norme, nonostante i tentativi di Crimi di mediare. Tradotto significa che sono stati avviati 6-7 provvedimenti disciplinari nei confronti di chi ha sostenuto il no al referendum. Non solo. Nelle prossime ore scade la deadline per i morosi delle rendicontazioni a cui è stata inviata la lettera dell’apertura di un procedimento: le indiscrezioni parlano di sanzioni in vista per una ventina di parlamentari. Ci sarebbero anche due-tre espulsioni (la senatrice Marinella Pacifico è la principale indiziata). Tra i nomi a rischio anche la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che — raccontano i rumors — trascorre il mercoledì infuriata con il collegio dei probiviri. Poi, in serata, Taverna fa un video per difendersi. «Bastava ripercorrere il sito per vedere i miri bonifici. Io restituisco sempre i 300 euro alla piattaforma tecnologica», si difende la senatrice. Che poi attacca (indirettamente) Rousseau: «Concludo questo video con delle frasi che ho ritrovato nella mail di casaleggio e che ritengo molto veritiere: “Credo che nessuno debba essere al di sopra delle regole ed è altrettanto importante che nessuno possa anche solo pensarlo”. Esatto, nessuno».