19 Settembre 2024
Bambini Asilo

Bambini Asilo

La ministra sull’emergenza occupazione femminile nel Mezzogiorno: “Se il piano sarà realizzato a pieno il Pil del Mezzogiorno salirà del 24%, contro il 15 della media nazionale. Ogni Comune dovrà offrire 33 posti al nido ogni cento bambini”

Un impatto sulla crescita dell’occupazione femminile del 5,5 per cento da qui al 2026». È questo l’impegno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per le donne del Mezzogiorno. Lo afferma Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale, sottolineando in un colloquio con Repubblica come si tratti del «più consistente balzo in avanti mai registrato dai tempi della Cassa del Mezzogiorno». Si tratterebbe di oltre 100 mila posti di lavoro, un importante passo in avanti anche se un numero non sufficiente a colmare il gap con il resto dell’Italia: se il tasso di occupazione femminile al Sud, dove lavora una donna su tre, arrivasse alla media italiana (una donna su due) avremmo oltre un milione di lavoratrici in più nel Mezzogiorno, calcolano i tecnici del ministero. Ma si tratta del solo impatto Pnrr, che si aggiunge alla crescita di base e che potrebbe anche avere un effetto moltiplicatore, sommandosi ai fondi di coesione, agli investimenti privati e magari anche stranieri: «C’è all’estero un grandissimo interesse per la ripresa italiana e per le prospettive di investimento che apre, soprattutto nel Mezzogiorno», assicura la ministra, che parla di «nuovo meridionalismo della concretezza e del fare» e invita «chiunque abbia a cuore il destino delle cittadine e dei cittadini meridionali a sostenere lo sforzo del governo e a lavorare con intensità alla messa a terra» del Pnrr.
Le simulazioni validate da Bruxelles, ribadisce la ministra, «ci dicono che da qui a 5 anni un Piano di Ripresa pienamente realizzato porterebbe al Sud un incremento del Pil del 24 per cento rispetto a una media nazionale del 15». Che si tradurrà anche in un aumento dell’occupazione femminile, spiega Mara Carfagna, grazie a due linee di interventi: il primo è quello degli investimenti, a partire da settori a prevalente occupazione femminile come quello dell’istruzione. Il secondo è quello del welfare, dell’offerta di asili nido e di strutture di sostegno che possano finalmente liberare il tempo delle donne, dando loro l’opportunità di lavorare. «Un tasso di occupazione femminile che risulta la metà rispetto al Nord e all’Europa significa metà reddito per le famiglie, metà consumi, metà investimenti nell’istruzione dei figli, in definitiva metà benessere. – afferma la ministra -. Con questa convinzione il governo ha affrontato, credo per la prima volta, il tema del lavoro delle donne al Sud non con generiche promesse sullo sviluppo che verrà, ma con un solido progetto di ricostruzione delle fondamenta di diritti costituzionali. L’indicazione e il finanziamento del Lep (Livelli minimi delle prestazioni, ndr) asili nido, un obbligo inserito in Costituzione da vent’anni ma mai realizzato. È l’architrave di quest’opera: obbligherà ogni singolo Comune meridionale a offrire 33 posti al nido ogni cento bambini e quindi aprirà migliaia di posti a maestre e pedagoghe oltre che a consentire a migliaia di madri di cercarsi un lavoro».
Nel Pnrr il Mezzogiorno è una priorità trasversale, e quindi, ricorda Carfagna, «sappiamo già quale sarà il valore del nuovo edificio che stiamo costruendo, associando diritti e sviluppo e indirizzando al Sud una quota di risorse, il 40 per cento, superiore alla percentuale della sua popolazione e del suo Pil». Ma per il progetto di rilancio del lavoro femminile si andrà anche oltre questa quota: «Le “mura” dell’intervento sono nel piano per l’edilizia scolastica sostenuto dal Pnrr, che assegna al Sud il 55 per cento dei fondi per i nidi, il 57,6 per cento delle risorse per mense e tempo pieno e il 54 per cento delle risorse per le palestre: anche qui migliaia di assunzioni in settori a prevalente occupazione femminile e tempo liberato alle madri».
Ai fondi del Pnrr si affiancano quelli di coesione, 83 miliardi tra il 2021 e il 2027. E già dalla seconda metà del 2021 sono stati banditi i concorsi per i tecnici del Pnrr e per quelli per i fondi di coesione. E altri ne arriveranno, anche a tempo indeterminato, per colmare i vuoti di organico delle sedi periferiche delle amministrazioni centrali e degli enti locali.

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