16 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Oltre al presidente destituito, sott’accusa altri 13 membri del governo regionale “per aver consentito la dichiarazione d’indipendenza”. Rischiano arresto per ribellione, sedizione e malversazione. Media spagnoli: “E’ in un luogo sicuro, con lui anche cinque ministri: hanno chiesto asilo politico al Belgio”

Il procuratore generale spagnolo José Manuel Maza ha chiesto l’incriminazione per il presidente catalano destituito Carles Puigdemont con l’accusa di ribellione, sedizione e malversazione. Denunciati anche i ministri del suo governo per aver permesso la dichiarazione d’indipendenza, inclusa l’ex presidente della Camera Carme Forcadell e i membri dell’ufficio di Presidenza, anche loro sono sotto accusa per sedizione e ribellione. In tutto nel mirino dei magistrati di Madrid sono finiti 14 membri del Govern e sei parlamentari. Qualora non si dovessero presentare dinanzi ai giudici, la misura che le autorità di polizia spagnole sono autorizzate a prendere è la “detenzione immediata” e rischiano dai 15 ai 30 anni di carcere.
La richiesta di incriminazione è stata presentata all’Audiencia Nacional a Madrid, per Puigdemont e il resto del Govern, e davanti al Tribunal Supremo contro la presidente del Parlament, Carme Forcadell, e gli altri membri della Mesa, la capigruppo parlamentare che permise di mettere ai voti la dichiarazione di indipendenza.
Toccherà adesso a un Tribunale decidere se accettare o meno la richiesta del procuratore generale.
Non solo. La procura ha indicato anche la necessità di un sequestro cautelare di beni pari a 6,2 milioni di euro, legati ai costi per la celebrazione del referendum.

Puidgemont e alcuni ministri sono in Belgio
Come reagisce il presidente destituito? Ufficialmente non commenta e nelle stesse ore dell’incriminazione trapela che lui stesso e alcuni membri del governo sono a Bruxelles, forse per incontrare alcuni esponenti nazionalisti fiamminghi. Il viaggio è stato confermato appena un’ora dopo l’annuncio della richiesta di incriminazione dinanzi l’Audiencia Nacional del procuratore Maza. Appena ieri il ministro belga alla Migrazione Theo Francken aveva offerto a Puidgemont asilo politico nel suo paese.
Secondo la tv spagnola La Sexta Puigdemont e cinque suoi ministri-consiglieri intendono chiedere ufficialmente l’asilo politico al Belgio. “No comment” per ora dal governo belga e il presidente della regione belga della Fiandre, il nazionalista fiammingo Geert Bourgeois, nega di avere in programma un incontro con l’ex presidente catalano. Il cantautore e deputato uscente indipendentista Lluis Llach non esita a dire che il “presidente Puigdemont, oggi è a Bruxelles in esilio, una vera e propria denuncia contro lo Stato spagnolo davanti alle istituzioni europee e internazionali”.

Da Madrid “nessuna preoccupazione”
Il viaggio a Bruxelles di Puigdemont al momento sembra “non preoccupare” Madrid, quello che oggi contava davvero per il governo spagnolo è che Puigdemont restasse lontano dal Palau de la Generalitat. Secondo l’agenzia spagnola Efe, il leader catalano destituito si sarebbe recato in auto da Barcellona a Marsiglia e poi in volo dalla città francese a Bruxelles, secondo l’agenzia spagnola Efe. Con lui altri cinque esponenti del suo esecutivo: il consigliere per il Governatorato, Meritxell Borras, quello per la Salute, Non è chiaro quando i membri dell’ex Govern catalano abbiano lasciato Barcellona, ma l’ultima apparizione pubblica di Puigdemont risale a sabato scorso, quando in un messaggio registrato sulle scale della sede della delegazione di governo di Girona, l’ex leader indipendentista ha detto che i partiti catalani avrebbero fatto una “opposizione democratica” alla decisione di Madrid di applicare l’articolo 155 della Costituzione.
Così sembrano precipitare gli eventi, pochi giorni dopo il voto del Parlamento catalano per la secessione dalla Spagna.
L’esecutivo di Barcellona è formalmente destituito, ma al momento non ci sono state altre reazioni eclatanti dai membri della Generalitat. Josep Rull, l’ex ministro per il territorio e la sostenibilità e la ex presidente della Camera Carme Forcadell si sono recati ugualmente in ufficio, come fosse un giorno normale. Ma i Mossos d’Esquadra avvertono: “Avranno solo il tempo di prendere documenti ed effetti personali”.
I giornalisti attendevano fuori dal palazzo del Parlamento e davanti gli uffici ministeriali l’arrivo degli ex rappresentanti decaduti. L’ex ministro Rull ha pubblicato su Twitter una foto dal suo ufficio, con l’hashtag #seguimos. “In ufficio, per esercitare le responsabilità che ci ha affidato il popolo della Catalogna” è quanto si legge nel tweet, in cui Rull è seduto alla sua scrivania davanti al computer, e sullo sfondo la prima pagina di un quotidiano catalano con il titolo “A lavorare”. I Mossos d’Esquadra, la polizia locale, hanno avvisato l’ex ministro che rischiava l’arresto per “usurpazione di funzioni pubbliche” e lui poco dopo ha lasciato l’ufficio.
Sempre su Twitter, in un video di una ventina di secondi si vede Carme Forcadell arrivare al lavoro a bordo di un’ auto.
Su Instagram Puigdemont aveva invece pubblicato una foto scattata dal cortile interno del Palau de la Generalitat, ma evidentemente era stata scattata nei giorni scorsi.

Il presidente è “in un luogo sicuro”
Carles Puigdemont si trova a Bruxelles in un luogo “discreto e sicuro”, lo riferiscono fonti della Generalitat di Catalogna. Secondo le stesse fonti Puigdemont parlerà domani.

Oggi primo giorno lavorativo dopo il pugno duro di Madrid
Dopo l’imponente manifestazione di ieri con decine di migliaia di persone scese in piazza a Barcellona inneggiando l’unione, con slogan e manifesti contro “Puigdemont il dittatore”, con l’attuazione dell’articolo 155, Madrid ha preso il controllo del governo regionale autonomo della Catalogna. Il primo ministro Mariano Rajoy ha convocato elezioni anticipate per il 21 dicembre e, a governare la Catalogna, ora è la vice-presidente del governo spagnolo, Soraya Saenz de Santamaria, che ha destituito anche Josep Llluis Trapero, il capo operativo dei Mossos, la polizia regionale catalana.
Anche il rappresentante della Catalogna presso l’Unione europea, Amadeu Altafaj, ha rassegnato le dimissioni, congedandosi con una lettera in cui ha parlato di “delusione” e affermato l’identità europea dei 7,5 milioni di catalani.

Il partito di Puigdemont partecipa alle elezioni del 21 dicembre
Il partito indipendentista del deposto presidente, il PDeCAT, ha reso noto che parteciperà alle elezioni regionali convocate per il 21 dicembre dallo Stato spagnolo dopo aver commissariato la Catalogna. “Il 21 andremo alle urne, ci andremo con convinzione e ci impegniamo a rispettare ciò che dirà la società catalana”, ha detto il portavoce del partito, Marta Pascal.

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