22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Francesco Olivo

L’ex presidente catalano stava tornando in Belgio. La Spagna ieri ha emesso il mandato d’arresto europeo

La polizia tedesca ha fermato Carles Puigdemont al confine con la Danimarca. L’arresto è una conseguenza del mandato di cattura emesso dalle autorità spagnole che imputano all’ex presidente catalano il reato di ribellione violenta, nel tentativo di ottenere l’indipendenza della Catalogna. Puigdemont è stato portato nella prigione di Neumuenster e il suo entourage fa sapere che «l’operazione si è svolta in un clima di collaborazione». Puigdemont dichiara di essere «come sempre a disposizione della giustizia».
Sostenitori di Puigdemont in piazza a Barcellona (EPA/Enric Fontcuberta)
Nel pomeriggio, migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona per protestare contro l’arresto. I manifestanti si sono radunati davanti all’ufficio della commissione europea e intendono raggiungere in corteo il consolato tedesco. Domani Puigdemont dovrà presentarsi davanti a un giudice tedesco. Se il leader indipendentista catalano non si opponesse all’arresto, l’estradizione potrebbe avvenire nel giro di 10 giorni. In caso contrario si aprirà un procedimento giudiziario che potrà durare al massimo 60 giorni, prorogabili a 90.

L’area di servizio nella quale è stato fermato il leader catalano, sul confine tedesco con la Danimarca
Puigdemont vive in Belgio dalla fine di ottobre e negli ultimi giorni era stato ad Helsinki invitato da un deputato finlandese per delle conferenza sul tema catalano. Una volta saputo dell’attivazione del mandato di cattura europeo Puigdemont ha cambiato piano, ha cancellato il volo previsto per il sabato e si è messo in macchina per tornare in Belgio. Un viaggio interrotto alla frontiera, nella regione dello Schleswig Holstein dalla polizia di Kiel.

Cosa rischia
Il reato di ribellione prevede una pena fino a 30 anni di prigione. Molti dei suoi ministri sono in carcere preventivo alle porte di Madrid. Il leader indipendentista potrebbe raggiungerli presto. La strategia di difesa di Puigdemont aveva scelto il Belgio, lì vive e lavora il suo avvocato e i rapporti di Bruxelles con la Spagna non sono così rosei. Tutto il contrario della Germania, le cui autorità, si teme a Barcellona, saranno molto più collaborative di quelle belghe. La Spagna aveva sospeso per mesi il mandato d’arresto europeo, proprio nel timore che il reato di ribellione contestato al leader fosse considerato eccessivo.

Come funziona il mandato europeo
Il mandato d’arresto europeo è la richiesta – fatta da uno dei 28 Stati dell’Ue – affinché si proceda all’arresto di una persona (in un altro Paese dell’Unione) e alla sua consegna alle autorità del Paese richiedente. Il procedimento esclude qualsiasi intervento politico e prevede contatti diretti tra le autorità giudiziarie, che riconoscono reciprocamente le decisioni prese. Sebbene si tratti di un iter più snello rispetto al passato – è operativo dal 2004 – con tempi certi e un ridotto ventaglio di eccezioni, i dati della Commissione Ue dicono che nel 2014 su 14.700 provvedimenti emessi e 9.660 persone arrestate solo 5.480 – circa un terzo – sono state riconsegnate. Nel 2013 su 13.100 misure spiccate, gli arresti sono stati 7.850 e le riconsegne 3.460. Nel caso di Puigdemont, però, gli esperti prevedono che la procedura andrà avanti senza intoppi. Per quanto riguarda i reati contestati all’ex presidente della Generalitat, il sistema penale spagnolo e quello tedesco praticamente combaciano.

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