22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Emanuele Bonini

L’erbicida resta legale. Decisivo il voto della Germania. L’Italia contraria

Glifosato, avanti per altri cinque anni. Gli Stati membri dell’Ue hanno approvato la proposta della Commissione europea per un rinnovo quinquennale della sostanza contenuta negli erbicidi utilizzati in agricoltura e i cui permessi di utilizzo e compravendita scadono il 15 dicembre. Alla fine la Germania ha rotto gli indugi e ha deciso di continuare a utilizzare un principio attivo oggetto di divisioni scientifiche, prima ancora che politiche. L’organizzazione mondiale per la sanità (Oms) lo ha ritenuto potenzialmente cancerogeno, Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) invece no. Una situazione che si è riflessa a livello politico fino a oggi, giornata che chiude un braccio di ferro durato mesi. Diciotto i Paesi a propendere per il «sì», nove quelli contrari, un solo astenuto.

Italia e Francia contrarie, i grandi agricoltori del nord favorevoli
Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito e Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia gli Stati membri a votare a favore di nuove autorizzazioni. Insieme rapprsentano il 65,7% della popolazione totale dell’Ue, uno dei due requisiti necessari per avere un via libera al rinnovo dei permessi di compra-vendita e utilizzo del glifosato. Serviva il 55% degli Stati membri (16 su 28) rappresentante almeno il 65% della popolazione comunitaria, un qualcosa mancato fino a oggi per via di un mancato consenso tedesco oggi arrivato. Esce sconfitto il gruppo dei nove Paesi, di cui fa parte l’Italia, che spingeva per un’Europa «glyphosate free». In questa battaglia politica l’Italia aveva trovato in Austria, Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Lussemburgo, Malta e Ungheria gli alleati per contrastare le richieste dell’esecutivo comunitario. Non è riuscita a convincedere i partner tedeschi.

Esulta la Commissione europea
Il team Juncker aveva promesso che non avrebbe preso decisioni in assenza di maggioranze qualificate da parte degli Stati membri. Aveva invitato i governi ad assumersi le responsabilità, ma fino a oggi il Comitato per piante, animali, alimenti e i mangimi dell’Ue (comitato Paff) non aveva mai prodotto i numeri per una decisione di alcun tipo. Si possono avere tre tipi di risultati: maggioranza qualificata favorevole, maggioranza qualificata sfavorevole, assenza di entrambe. E’ stato quest’ultimo il caso per l’Ue, di fatto incapace di prendere una decisione fino al voto odierno del comitato d’appello. «La votazione di quest’oggi dimostra che quando tutti vogliono sono capaci di condividere la responsabilità collettiva di prendere le decisioni», sottolinea Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare. Parole che mostrano il sospiro di sollievo di tutto il team Juncker per aver scongiurato una sconfitta politica.

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