19 Settembre 2024

Il piano di pace sarebbe strutturato in 15 punti, e includerebbe il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe se l’Ucraina dichiarasse la propria neutralità e accettasse limiti alle forze armate: a riportare la notizia è il Financial Times

I negoziatori di Ucraina e Russia sono al lavoro su una bozza di accordo per un piano di pace.
A dare la notizia è il Financial Times.
Il piano, in 15 punti, includerebbe
— il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe;
— la neutralità dell’Ucraina e lo stop alla ricerca di adesione alla Nato;
— i limiti alle forze armate ucraine: Kiev potrebbe avere un esercito ma non potrebbe ospitare basi militari di potenze straniere;
— garanzie per le minoranze russofone in Ucraina.
Secondo il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podoliak, la bozza «rappresenta soltanto le richieste della Russia»: «L’Ucraina ha le sue posizioni e le uniche cose che confermiamo in questa fase sono il cessate il fuoco, il ritiro delle truppe russe e garanzie di sicurezza da un certo numero di paesi».
La notizia arriva poche ore dopo che il ministro degli esteri di Mosca, Sergei Lavrov , aveva parlato di una speranza di «raggiungere un compromesso» con l’Ucraina, e aveva citato «specifiche discussioni» su «alcune formule» sulle quali «siamo vicini ad arrivare a un accordo».
Secondo il Financial Times, che cita tre persone coinvolte nei colloqui, i progressi compiuti sono «significativi», ma non privi di significativi ostacoli.
I negoziatori avrebbero per la prima volta discusso la bozza lunedì. Il piano, come anticipato poco sopra, comporterebbe la rinuncia di Kiev alle sue ambizioni di aderire alla Nato — come esplicitata nelle scorse ore dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky — e la promessa di non ospitare basi militari straniere.
Al momento però la bozza include garanzie occidentali per la sicurezza ucraina — la cui natura potrebbe ancora rivelarsi un ostacolo significativo prima di arrivare a una intesa.

A rappresentare un ostacolo potrebbe anche essere lo status dei territori occupati dalla Russia o da autorità vicine a Mosca a partire dal 2014 — le due «Repubbliche» di Donetsk e Lugansk e la Crimea. «I territori contesi e in conflitto», ha detto Podolyak al Financial Times, «restano» al momento fuori dalla discussione: «Stiamo per ora parlando di un ritiro dai territori che sono stati occupati dall’inizio dell’operazione militare il 24 febbraio».
Le fonti ucraine citate dal quotidiano londinese restano scettiche sul fatto che il presidente russo Vladimir Putin sia davvero impegnato a cercare un accordo di pace, e temono che Mosca non stia che prendendo tempo per raggruppare le proprie forze sul campo e far ripartire l’offensiva.
Nel quadro dell’accordo, l’Ucraina manterrebbe le sue forze armate, ma sarebbe tenuta a mantenersi al di fuori di alleanze militari come la Nato e a non ospitare basi straniere sul suo territorio.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva nelle scorse ore parlato del modello di neutralità svedese e austriaco, definendoli «una possibilità di cui si sta parlando» in queste ore.
Nell’accordo ci sarebbero anche garanzie sui diritti delle minoranze russofone in Ucraina.

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