Fonte: Sole 24 Ore
Lo rivela il Financial Times. Lo scienziato italiano critico verso la totale mancanza di coordinamento nelle politiche sanitarie dei paesi membri dell’Ue
Il presidente del Consiglio europeo della ricerca (Cer), lo scienziato italiano Mauro Ferrari, si è dimesso per non essere riuscito a convincere Bruxelles a istituire un programma scientifico coordinato e su larga scala contro la pandemia di coronavirus. Ferrari, alla guida della principale istituzione scientifica europea dal 1° gennaio 2020, ha presentato le sue dimissioni alla presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen, martedì pomeriggio 7 aprile.
«Sono rimasto estremamente deluso dalla risposta europea a Covid-19», ha spiegato lo scienziato al Financial Times, che ne ha dato notizia. «Sono arrivato al Cer da fervente sostenitore dell’Ue [ma] la crisi di Covid-19 ha completamente cambiato il mio punto di vista». Ferrari, dimettendosi, ha lamentato una «completa assenza di coordinamento delle politiche sanitarie tra gli Stati membri, la ricorrente opposizione a iniziative di sostegno finanziario coeso e le pervasive chiusure delle frontiere unilaterali» dentro l’Ue.
Le dichiarazioni a Ft di Ferrari sono un vero e proprio atto di accusa contro l’arlecchino comunitario: «Ho pensato che in un momento come questo, i migliori scienziati del mondo dovrebbero essere dotati di risorse e opportunità per combattere la pandemia, con nuovi farmaci, nuovi vaccini, nuovi strumenti diagnostici». Invece il Consiglio scientifico del Cer – nella versione di Ferrari – avrebbe respinto all’unanimità questa idea con la motivazione che il suo mandato gli consente di finanziare solo la ricerca «dal basso verso l’alto» proposta dagli scienziati, piuttosto che programmi più ampi «dall’alto verso il basso» con obiettivi fissati dai leader dell’Ue. Di qui le dimissioni, confermate a Ft dalla stessa Commissione Ue che, però, non ha voluto commentare la sua decisione. Ferrari era stato nominato alla guida del Cer dopo una selezione tra 50 candidati di altissimo livello, per sostituire il professor Jean-Pierre Bourguignon. Il suo doveva essere un mandato quadriennale.
Una carriera illustre
Lo scienziato italiano, 61 anni, ha una carriera accademica illustre: dopo la laurea in matematica all’Università di Padova e il master, consegue il Ph.D. in ingegneria meccanica all’Università della California a Berkeley e studia medicina presso la Ohio State University. A Berkeley ritorna come professore associato in Scienza ed Ingegneria dei Materiali e in Ingegneria Civile ma la sua grande passione è la ricerca sulle nanotecnologie e nel campo della bioingegneria applicate in medicina per combattere il cancro. Ferrari è anche presidente e Ceo del Houston Methodist Research Institute in Texas e della The Alliance for NanoHealth.
Il suo arrivo al Cer era nato sotto i migliori auspici prima di questa brusca interruzione. La Commissione la scorsa primavera aveva proposto un aumento significativo del suo bilancio da 13,1 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 a 16,6 miliardi di euro per il 2021-2027.