Matteo Richetti: «Renzi deve decidere se fare politica o informazione. Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?». Boschi: «Spiace per le polemiche, avanti con il terzo polo»
Il dopo Pasqua sia apre così con i due leader del terzo polo, Calenda e Renzi agli stracci. Nervi tesi nel Terzo Polo. In attesa del congresso e del conseguente scioglimento delle due forze politiche che partecipano al progetto, continua lo scambio di accuse fra gli esponenti di Italia Viva e Azione, con il coinvolgimento dei pesi massimi dell’aggregazione centrista. Dopo il «richiamo» di Carlo Calenda a Matteo Renzi, perche’ l’ex premier “non confonda” politica e informazione, è il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, a tornare sul doppio ruolo del leader di Italia Viva: «Deve decidere se fare politica o informazione», spiega. Il riferimento è all’incarico di direttore del Riformista assunto la scorsa settimana da Renzi. «Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?», si chiede Richetti. Ma a far discutere è soprattutto il ruolo destinato ai due leader. Carlo Calenda contro Matteo Renzi. L’ex premier, a onor del vero, ha detto di essere pronto a farsi da parte e, in questo senso, l’incarico di direttore del Riformista sembra essere coerente. Tuttavia, da dicembre scorso, Renzi è tornato a vestire i panni del leader politico non solo “de facto”, ma anche sulla carta, assumendo la carica di presidente di Italia Viva. «Chi vuole sfidare Carlo Calenda per la leadership è il benvenuto», sottolinea Richetti: «Prima di definire le caratteristiche della leadership, dico che la leadership l’abbiamo messa in campo e scritta nel simbolo. Quella leadership la sosteniamo con forza», aggiunge Richetti: «Il Terzo Polo è forte se ha un progetto chiaro per tutti. Carlo Calenda correrà supportato da tutti noi. Credo che siano gli iscritti a decidere. Lo dico anche rispetto a quello che ha fatto Schlein. Da noi decideranno gli iscritti». A rispondere, per Italia Viva, è Ivan Scalfarotto: «Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico», spiega il senatore renziano. Ma non basta: fonti di Azione parlano di “tatticismi insopportabili” da parte di Renzi. Una osservazione che mette benzina sul fuoco di uno scontro congressuale di fatto già aperto. «Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime», spiegano Alessia Cappello e Ciro Buonajuto, portavoce nazionali di Italia Viva. «Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi», aggiungono. Duro anche il deputato Iv Davide Faraone: «Stiamo aspettando che Calenda convochi il tavolo di lavoro delle regole, stiamo aspettando che Calenda convochi il comitato politico, stiamo aspettando che Calenda spieghi come candidarsi al congresso. I tatticismi sono tutti di Calenda, non di Renzi. Meno male che dal 10 giugno si vota in modo democratico». Poi, il twitter a metà giornata di Maria Elena Boschi: «Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione».