22 Novembre 2024
Guido Crosetto

Guido Crosetto

Co-fondatore di Fratelli d’Italia, un passato nella Dc e trascorsi in Forza Italia, ambasciatore del suo partito nel Nord-est imprenditoriale nell’ultima campagna elettorale

Stazza da “gigante buono” (sfiora i due metri di altezza), uno Shrek che non fa paura. Anzi, è il volto rassicurante della destra al quale non si possono rinfacciare trascorsi post-fascisti semplicemente perché il suo curriculum politico parte da latitudini lontane dalla fiamma dell’Msi (esordio con la Democrazia cristiana). Grandi doti da mediatore ma anche schietto e diretto dal vivo e sui social («quando penso che una persona sia una “testa di beep” glielo dico tranquillamente, anche se non è un mio nemico»). Fondatore dieci anni fa con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e nell’ultima campagna elettorale ambasciatore del partito nel Nord imprenditoriale con l’obiettivio di sottrarre consensi alla Lega.

Da ex parlamentare a un incarico di governo
«Ex tante cose. Ora uomo libero e imprenditore» scrive nel suo profilo social. Ma ora per lui, una delle persone più vicine a Meloni di cui è fidato consigliere (tanto che in campagna elettorale si arrivò a fare il suo nome come possibile premier del centrodestra), non candidato alle ultime politiche, potrebbe arrivare l’incarico in un importante ministero economico come quello dello Sviluppo economico nel prossimo governo.
Guido Crosetto, 59 anni, cuneese con villa a Marene (comune di cui è stato sindaco dal 1990 al 2004), due matrimoni, tre figli (Alessandro di 23 anni, Carole di 8 e Leon di 6), juventino con 228mila follower su Twitter e una laurea in Economia e commercio mai conseguita nonostante quanto riportato per un periodo sul sito della Camera («ho raccontato una piccola, innocente bugia» confessò a un cronista del Corriere della sera), è un politico di lungo corso che negli anni ha saputo guadagnarsi la stima anche di molti colleghi di fede opposta. Una prova: nel gennaio 2022, candidato di bandiera di Fratelli d’Italia all’elezione per il presidente della Repubblica, al terzo scrutinio ottenne 114 consensi, 11 in meno di Sergio Mattarella ma soprattutto molti in più dei 63 “grandi elettori” di Fratelli d’Italia.

Gli incarichi aziendali
«Dico sempre quello che penso perché posso tornare a fare un lavoro normale»: accanto alla carriera politica, Crosetto ha curato quella di manager e imprenditore. È partito dall’azienda di famiglia che produce macchine agricole (attività poi estesa al settore immobiliare e turistico). Dal 2014 è presidente di Aiad, la federazione (membro di Confindustria) che rappresenta le aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza. Dal 2020 è presidente del cda di Orizzonte sistemi navali, società controllata da Fincantieri (51%) e Leonardo (49%). È senior advisor di Finmeccanica.
Un doppio binario che gli ha attirato sospetti su un conflitto di interessi. Poco dopo la vittoria del centrodestra alle politiche del 2022 annuncia: «Da privato e libero cittadino in questi anni ho costruito una bella società di consulenza, con mia moglie e mio figlio. Sono fatto così male che, adesso che una mia amica, che fino a due giorni fa non contava, conterà, ho deciso di liquidarla perché nessuno possa fare illazioni».

Le dimissioni da deputato nel 2019
Nel gennaio 2022, ai tempi delle votazioni per il Colle, Crosetto era già da tempo un ex membro del Parlamento: nel marzo del 2019, a un anno dall’avvio della legislatura e al suo quarto mandato a Montecitorio aveva dato le dimissioni (respinte per due volte) per continuare a guidare l’Aiad (resta però coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia). In quell’occasione l’assemblea di Montecitorio lo salutò con una standing ovation di tutti i deputati che lo accompagnò mentre, commosso, lasciava per l’ultima volta il suo scranno. Le doti che gli vengono riconosciute anche dagli avversari si ritrovano nella definizione che dà di sé nel profilo twitter: «Libero da pregiudizi per convinzione, garantista per dna, conservatore per nascita, rispettoso per scelta». In sintesi: «Sono semplicemente gentile».
Un anno fa (ottobre 2021) era arrivato però a bloccare «sui social e sul telefono» un esponente della destra come Francesco Storace. «Una persona che conosco da decenni, per cui mi sono sempre speso, quando ha vissuto momenti di difficoltà, pur senza avere motivi di amicizia, riconoscenza o vicinanza. Non meritava nulla. Amen» la spiegazione di Crosetto. La replica pungente dell’ex presidente della Regione Lazio: «Una nuova forma di antifascismo militante? Ti bloccano su Twitter. In fondo meglio delle spranghe di un tempo. Suggerisco un buon neurologo».

L’esordio da democristiano
Il cursus honorum di Crosetto comincia negli anni dell’università (che come detto non conclude mai) quando si impegna nella Dc: è segretario regionale del movimento giovanile e responsabile nazionale della formazione del partito, assume incarichi a livello regionale e nazionale. Arriva poi il ruolo di consigliere economico del piemontese di Asti Giovanni Goria, a Palazzo Chigi tra il 1987 e il 1988. Quasi 20 anni dopo si iscrive a Forza Italia e nel 2001 viene eletto deputato. Il bis arriva nel 2006, poi la conferma nel 2008 (stavolta con il Popolo delle libertà). Nel quarto governo Berlusconi assume l’incarico di sottosegretario alla Difesa: il ministro è Ignazio La Russa, alle Politiche giovanili c’è l’allora 34enne Meloni. Contesta le scelte di politica economica di Giulio Tremonti, allora ministro a via XX settembre. Durissimo lo scontro nel 2011 quando arriva a dire: «Le bozze filtrate sulla manovra andrebbero analizzate da uno psichiatra».

Gli anni con Forza Italia e l’addio a Berlusconi
Chiede le primarie in Forza Italia (di cui è stato coordinatore regionale in Piemonte e responsabile per il credito e l’industria) e a Berlusconi, a cui pure dimostra sempre affetto e amicizia, suggerisce di farsi da parte. Inutilmente. Il divorzio si consuma per la contrarietà alle politiche del governo Monti. Un centrodestra credibile «sceglie un leader giovane e non sale sul carro di Monti perché glielo chiedono i poteri forti» tuona nel raduno all’Auditorium della Conciliazione a Roma con Meloni nel dicembre 2012 che avvia la nascita di FdI. «Lasciateci iniziare, si tratta di una scelta coraggiosa, fatta senza un euro in tasca come molti italiani, vediamo che succederà». Ma l’avventura con il nuovo partito non si rivela subito facile: nel 2013 Crosetto non viene eletto al Senato e nemmeno nel Parlamento europeo due anni dopo. Il ritorno nell’arena politica arriva nel 2018, quando viene rieletto a Montecitorio ma decide subito di lasciare. Continua a essere presente nel dibattito pubblico con partecipazioni televisive che lo rendono il volto noto della destra.

Il sodalizio con Giorgia Meloni
Cominciato dieci anni fa, il sodalizio tra il “gigante e la bambina” – come alcuni militanti definiscono la coppia parafrasando una canzone di Ron con la foto ormai celebre di lui che prende in braccio a sorpresa l’esile Meloni su un palco a Roma anni fa, un po’ Benigni-Berlinguer – dà ora i suoi frutti con la leader di Fratelli d’Italia che, in virtù del risultato elettorale, attende la ormai più che probabile chiamata di Sergio Mattarella a formare un governo. Della “sorella d’Italia” Crosetto dice che è «lavoratrice indefessa, capace, precisa, puntuale». Di più: «È affidabile, a lei affiderei il futuro dei miei figli».
Già nel 2017 il co-fondatore di Fdi affermava che nella «gara tra due maschi», Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, «io preferisco la Meloni. Noi dobbiamo capire che è una risorsa e dobbiamo porci una domanda se lei nei sondaggi personali è sopra Berlusconi e Salvini ma poi il partito è al 5%. Io sono disposto a lavorare perché la Meloni diventi il leader del centrodestra e del Paese». Missione compiuta. Alla vigilia delle consultazioni che porteranno all’ormai scontato incarico a Meloni, Crosetto può citare su Twitter il poeta Khalil Gibran: «Quando ha piantato il suo dolore nel campo della pazienza ha poi raccolto il frutto della felicità».

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