Quale significato si può attribuire all’annuncio di un paio di giorni fa di Qualcomm, relativo al lancio della piattaforma mobile Snapdragon 8s Gen 3?
Quale significato si può attribuire all’annuncio di un paio di giorni fa di Qualcomm, relativo al lancio della piattaforma mobile Snapdragon 8s Gen 3? La risposta giusta sta probabilmente nel titolo che ha accompagnato la presentazione del nuovo processore per smartphone della casa californiana, ovvero sia il tentativo di portare le funzionalità dell’intelligenza artificiale “on device” su un numero più ampio di dispositivi Android. L’idea di fondo, insomma, è quella di allargare la platea di modelli (Honor, Realme, Xiaomi, Redmi e iQOO i primi marchi ad adottare il prodotto) che potranno fregiarsi della potenza dell’AI generativa (la piattaforma supporta modelli LLM come Baichuan-7B, Llama 2 e Gemini Nano e quindi contempla l’uso di assistenti virtuali di nuova generazione elaborati in locale e in grado di generare contenuti originali a partire da testi, voci o immagini) alimentata da un System on chip Snapdragon.
Guanto di sfida a Mediatek?
Per raggiungere lo scopo, Qualcomm si è inventata una versione leggermente rivisitata nelle prestazioni del suo processore top di gamma per arrivare a proporre (ai produttori) un chip più competitivo in termini di costi e quindi in grado di diventare particolarmente appetibile anche per la fascia medio alta del mercato, quella dove si muove con successo un competitor come la taiwanese Mediatek. A detta di alcuni esperti, la strategia che ha dato vita al progetto Snapdragon 8s Gen 3 è ancora più mirata: creare i presupposti per legare a file doppio i produttori del mondo Android al proprio ecosistema attraverso chip funzionali all’uso delle proprie piattaforme, orientando gli sviluppatori di applicazioni ad utilizzare i propri framework e i propri modelli di intelligenza artificiale.
Le differenze con Snapdragon 8 Gen 3
Fra il nuovo chip e quello che è considerata attualmente l’ammiraglia dei chip per smartphone le differenze sono marginali. Entrambi sfruttano un processo di produzione a 4 nanometri e la scelta di Qualcomm a livello di core è andata sull’architettura a 8 cervelli Arm v9, quella che per l’appunto equipaggia lo Snapdragon 8 di terza generazione. Cambia qualcosa a livello di configurazione del cluster (il nuovo processore adotta uno schema 1/4/3 rispetto all’1/5/2 del “fratello maggiore) e la velocità di clock del core Prime Cortex X4 è leggermente inferiore (3 GHZ rispetto a 3,4 GHz), mentre in generale si può dire che il Soc 8s risponda alla volontà di ridurre i consumi di energia pur mantenendo un livello di prestazioni praticamente immutato agli occhi dell’utente.
O meglio: le limitazioni forse più evidenti sono alla voce imaging, perché viene a mancare il supporto al formato 8K HDR in fase di registrazione e sono limitate le funzionalità super slow motion e quella di registrazione video con Night Vision. Cambia, infine, anche il modem per la connettività di rete: al posto dello Snapdragon X75 con velocità di downlink fino a 10 Gbps, il nuovo chip integra lo Snapdragon X70 con velocità fino a 5 Gbps. Poca roba, verrebbe da dire, ma tutto lascia pensare che nelle intenzioni di Qualcomm il lancio del nuovo chip abbia un’importanza molto significativa.