20 Settembre 2024

AMBIENTE

Fonte: Il Sole 24 Ore

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La Conferenza mondiale Onu sui cambiamenti climatici, la Cop21 di Parigi, oltre che per la difesa dell’ambiente, assume un significato ancora più importante oggi, «simbolico», anche perché saranno presenti capi di Stato in guerra tra loro. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in Aula alla Camera per parlare del vertice sul clima che si aprirà il 30 novembre proprio nella Parigi ferita dagli attacchi terroristici. «Lì – dice Galletti – esprimeremo la nostra solidarietà e vicinanza al popolo francese».

Galletti: ambiente è tema che unisce pianeta
«Al mondo ci sono tanti temi che dividono le nazioni, ma l’ambiente è un tema che unisce tutto il Pianeta», quindi «questo è un elemento su cui tutti dobbiamo riflettere» ha detto Galletti, rendendo in Aula alla Camera le comunicazioni del Governo in vista della XXI Conferenza delle Parti (Cop 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Parigi fino all’11 dicembre. La Cop 21 si aprirà «in una città oggetto di durissimi attacchi», ha ricordato Galletti, e perciò «abbiamo apprezzato molto la posizione del presidente Hollande e del ministro degli Esteri Fabius che hanno voluto subito ribadire con forza che la Cop21 si sarebbe tenuta comunque». All’apertura della Cop21 ci saranno più di 160 capi di Stato. «Ci saranno presidenti, rappresentati di Stati che sono in guerra tra loro, ma che si trovano insieme per affrontare l’emergenza climatica – ha spiegato Galletti -. È per questo che il vertice sul clima di Parigi assume una priorità e un simbolismo molto più forte delle altre Cop».

«Inasprire prossimi contributi volontari»
Per Galletti è «prioritario che l’Accordo di Parigi crei le basi per incentivare nel tempo ulteriori e crescenti azioni da parte di tutti, in modo da ridurre il divario che esiste tra i contributi nazionali comunicati dai Paesi e quanto la scienza ci suggerisce essere necessario per evitare ulteriori e ben peggiori danni derivanti dai mutamenti del clima». A questo riguardo «è senza dubbio fondamentale che l’Accordo che si sta costruendo preveda meccanismi di governance in grado di rinforzare periodicamente gli impegni assunti dai paesi, secondo cicli di comunicazione di tali impegni ogni 5 o 10 anni» e «valutarne regolarmente (possibilmente con cadenza quinquennale) la portata collettiva alla luce dell’obiettivo di rimanere al di sotto dei 2 gradi e di adattare rapidamente tali obiettivi alle mutate situazioni socio-economiche». «Data l’urgenza con cui dobbiamo affrontare questa sfida – ha concluso Galletti- auspichiamo che l’occasione per fare il punto su quanto abbiamo fatto e quanto dovremmo ancora fare venga previsto anche prima dell’entrata in vigore dell’Accordo, prevista per il 2020, in modo da inspirare l’elaborazione dei prossimi contributi volontari».

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