Fonte: La Stampa
di Roberto Giovannini
Nelle simulazioni di Climate Central, senza veri tagli alle emissioni, a fine secolo Roma e Milano avranno la temperatura media estiva di 32,6 gradi, come Port Said in Egitto. Napoli 33,7, come il Cairo. Torino registrerebbe il record negativo, dagli attuali 20,3 a 27,5 gradi
Avete caldo? I vostri pronipoti forse staranno molto peggio, sappiatelo. Se non si interverrà seriamente per ridurre le emissioni di gas serra che provocano il riscaldamento globale, entro il 2100 le nostre città diventeranno molto più roventi, con un aumento della temperatura media estiva di circa sette gradi centigradi. In altre parole, le nostre città avranno lo stesso clima dell’Egitto o della Turchia. È quanto emerge dalle simulazioni condotte dagli esperti dell’associazione Climate Central, in collaborazione con l’autorevole World Meteorological Organization, l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite.
Come si può constatare anche sulla mappa interattiva realizzata dall’organizzazione indipendente di scienziati e giornalisti per valutare gli scenari che riguardano circa 300 città nel mondo, senza una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (ovvero immaginando che non cambi nulla rispetto agli attuali volumi di emissioni, alla fine del secolo le temperature estive nei centri urbani in Italia potrebbero essere in media di 32-33 gradi.
Per la precisione, a Roma e Milano si potrebbe passare rispettivamente da 27 e 25,2 gradi centigradi a una temperatura media estiva di 32,6 gradi, esattamente come quella attuale di Port Said in Egitto, sul Canale di Suez. A Napoli, dove oggi la media è di 27,1 gradi, si arriverebbe a 33,7, come il Cairo. A Palermo l’aumento previsto è da 26,9 a 32,2 gradi centigradi. E colpisce il dato di Torino, che registrerebbe un incremento record di temperatura, addirittura superiore ai 7 gradi: si passerebbe dagli attuali 20,3 di oggi a un’estate con una temperatura media di 27,5 nel 2100, come oggi si misurano a Valencia, in Spagna.
Gli esperti di Climate Central prospettano anche uno scenario diverso, più ottimistico (e si direbbe più realistico), ipotizzando che nei prossimi anni si attui una politica di tagli moderati (ma non risolutivi) delle emissioni climalteranti. In questo caso, l’aumento delle temperature sulle città italiane dovrebbe essere più limitato. E le nostre metropoli in estate arriveranno a una temperatura media di circa 30 gradi centigradi, più o meno quella attualmente registrata in Spagna o sulla costa mediterranea del Nordafrica.
Ovviamente, lo scenario più catastrofico sarebbe un disastro per gli italiani del 2100, ma le conseguenze sarebbero molto serie per l’intero pianeta, con città spostate letteralmente in zone climatiche completamente diverse ed anomale. Ad esempio Ottawa, capitale del Canada, avrebbe in estate la stessa temperatura di una città tropicale come Belize City, sulla costa dell’Atlantico in Centroamerica. Kabul, sugli altipiani montuosi dell’Afghanistan, avrebbe quella di una città di costa come Colombo, in Sri Lanka. Cairo, già oggi molto calda, potrebbe diventare come la rovente Abu Dhabi. La fresca Parigi avrà la stessa elevata temperatura di Fez, in Marocco.
«Il caldo più forte, e l’atteso aumento dei fenomeni estremi legati al calore estive, come cicloni e tempeste, avranno implicazioni molto serie per quanto riguarda i rifornimenti di energia ed acqua, per la salute pubblica e i trasporti urbani – avverte il segretario generale del WMO, Petteri Taalas – e le intense ondate di calore quasi sempre peggioreranno la qualità dell’aria in molte metropoli, con effetti anche letali». Abbiamo ancora dieci anni per correre ai ripari. Ma dobbiamo correre.