20 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Pierluigi Battista

Quando Enrico Berlinguer e Aldo Moro vollero preparare l’incontro storico poi finito malissimo tra forze che si erano combattute e avrebbero continuato a combattersi a viso aperto, ci misero anni prima di arrivare alla conclusione di un percorso sofferto: e per Moro quella conclusione fu addirittura personalmente tragica


I giocatori stanchi del «Piccolo cinico» sono inclini a malmenare la coerenza come se fosse una debolezza da anime belle (a loro piace molto questa espressione malamente scopiazzata dal divino Hegel), una fissazione da moralisti acchiappanuvole. Ma la coerenza non è la caricatura che loro disegnano, non è uno sciocco non cambiare mai idea. Coerenza è la serietà del cambiare idea, la sofferenza di un cambiamento autentico, una trasformazione che va spiegata, e che sia rispettosa del proprio passato, ammesso che il rispetto di sé non sia anch’esso un’ubbìa da anime belle. È il dolore che il cambiare comporta a dare grandezza al cambiamento. Senza dolore non c’è serietà, ma solo farsa camaleontica, dove la battaglia diventa una continua mascherata, in cui un giorno si indossa il costume di Pulcinella e quello successivo la divisa dei gendarmi che lo prendono a mazzate: perdi ogni credibilità, nessuno ti prenderà più sul serio, tutti sapranno che dentro di te non c’è niente di vero, di autentico, ma solo strumentalità, superficialità, vacuità: e infatti. Anche nella sfera politica i grandi cambiamenti, le alleanze tra forze diverse, la tregua tra nemici devono essere sofferti, pensati con fatica e rispetto di sé se vogliono apparire degni, autentici: in una parola, seri.Quando Enrico Berlinguer e Aldo Moro vollero preparare l’incontro storico poi finito malissimo tra forze che si erano combattute e avrebbero continuato a combattersi a viso aperto, ci misero anni prima di arrivare alla conclusione di un percorso sofferto: e per Moro quella conclusione fu addirittura personalmente tragica. Era un cambiamento serio, persone serie, storia seria, non una farsa grottesca del fregolismo che si fa passare per realismo politico. Quando in Germania la Cdu e la Spd fanno la Grande Coalizione ci mettono mesi per stilare un programma serio e visto che credono nella democrazia e nel popolo (popolo? Populista!) la Spd fa pure un sofferto referendum tra i propri iscritti per dare legittimazione e consenso (consenso? Demagogo!) a scelte così drammatiche. Ma al «Piccolo cinico» non c’è dramma, non c’è dolore, non c’è serietà, o il senso di una cosa importante. C’è piccolo cabotaggio trasformista. Senza capire che prima o poi, non credendoti più nessuno, nessuno ti darà più retta e ti chiederai, sgomento, perché. Coerentemente.

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