Fonte: Corriere della Sera
di Massimo Gaggi
Bloccati in casa e col timore della disoccupazione (spaventosi i dati americani di ieri, 10 milioni rimasti senza lavoro in due settimane) ci chiediamo quando tornerà la vita normale
Costretti in casa, dedichiamo molto tempo al lavoro mentre, almeno in America, da qualche giorno (dal 10 marzo, secondo i professionisti del monitoraggio dei comportamenti del pubblico) l’attenzione per la famiglia è stata superata da salute e fitness. La giornata la passiamo più spesso a letto (37%) che sul divano (13%). Il salotto perde il confronto anche col balcone(13%). L’era del coronavirus cambia le nostre abitudini e fa emergere nuove esigenze come comprare un altro freezer per stoccare le riserve di cibo. Bloccati in casa e col timore della disoccupazione (spaventosi i dati americani di ieri, 10 milioni rimasti senza lavoro in due settimane) ci chiediamo quando tornerà la vita normale. Speriamo presto, ma molte cose non saranno come prima, non subito almeno: bisognerà comunque cautelarsi contro il virus e alcune sensibilità che stiamo maturando cambieranno in modo permanente i nostri comportamenti: dalla minore frequentazione di luoghi affollati alla maggiore attenzione per salute e qualità dei cibi. Con una preferenza per quelli organici se potremo permetterceli anche avendo perso una parte del reddito.
Le società che filtrano i dati delle reti sociali per analizzare i comportamenti dei cittadini da settimane cercano di disegnare questo new normal. La Pulsar, azienda inglese fondata e diretta da un giovane imprenditore italiano, Francesco D’Orazio, sta svolgendo analisi a tappeto a livello mondiale usando i dati aggregati delle maggiori reti sociali (da Twitter a Facebook passando per Instagram e Reddit) costruendo anche un profilo specifico dei comportamenti del nostro Paese usato dal gruppo Hearst per costruire il suo Barometro Italia. Molti i trend interessanti che potrebbero influenzare le nostre abitudini anche dopo la fine dell’emergenza: dal ritorno dell’economia del baratto al «fai da te» che si estende anche al taglio dei capelli e ad altri aspetti della cura della persona. Stiamo molto sulle reti sociali, ma la televisione riacquista una sua centralità e, nell’informazione le testate giornalistiche tradizionali riconquistano spazio. La cucina diventa centrale, ma non per sofisticate ricette da gourmet). E’ un’attività che rasserena ed è funzionale alla riscoperta della prima colazione, ora che non usciamo più di corsa al mattino.