Fonte. La Repubblica
“E’ l’unico oltre a me, che parla dei problemi dei romani”. Lo ha dichiarato il candidato a sindaco ai microfoni di Radio Città Futura, che ribadisce: “Non mi ritiro”. Mia moglie? “Potrebbe votare Giachetti”
Marchini è l’unico, oltre a me, a parlare dei problemi dei romani”. A dirlo è il candidato sindaco di Roma Guido Bertolaso in merito a una possibile alleanza con Alfio Marchini Intervenendo a Radio Città Futura, Bertolaso ha spiegato che “se uno vuole diventare sindaco e dare una mano a questa città ridotta in condizioni drammatiche, è bene che si guardi intorno e, in questo caso, vedere se con Marchini sono possibili sinergie”.
Nessuna intenzione di ritirarsi dalla corsa per il Campidoglio, spiega: “Sono voci infondate. Sono due mesi che cercano di delegittimare la mia candidatura che è stata legittimata anche da un referendum tra i cittadini. Sono tentativi di destabilizzare un elettorato che sta facendo le sue scelte sulla base dei programmi. Ora si inventano anche i sondaggi taroccati per ostacolare una candidatura tecnica, libera, come la mia” dice ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Poi aggiunge: “Io credo che Marchini, per quello che so di lui anche se non l’ho mai incontrato, sia innamorato di Roma e credo voglia andare avanti a concorrere per fare il sindaco. Se poi è disponibile a trovare un accordo per darmi una mano con un altro ruolo io sono ben contento, qui non basta un uomo solo per risolvere i problemi della città”.
Ma Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia e altro candidato sindaco, insorge: “Sarebbe incomprensibile agli elettori di Forza Italia” una possibile alleanza tra Marchini e Bertolaso. “Tradirebbe che l’unica voglia di Fi è quella di far perdere me, sarebbe una sorta di riedizione del Patto del Nazareno”. E ancora: “Stiamo facendo un lavoro con altre realtà civiche. C’è la voglia di tentare una ricomposizione del centrodestra. Non mi sono candidata per dividere ma per vincere. Sarei più contenta di vincerla con un segnale di unità”. Insomma, insieme sì, ma solo nel suo nome. Altrimenti, sostiene, il rischio sarebbe quello di regalare Roma al centrosinistra o ai Cinque Stelle. “Il tema della leadership del centrodestra dipende dalle scelte che fa Berlusconi. Se lui decide di perdere a Roma vuol dire che è lui che non è più il leader del centrodestra” attacca.
Scambi di accuse che viaggiano anche da Bertolaso alla Meloni. “A prescindere da Marchini, chi è partito prima, io o la Meloni? – dice l’ex Protezione civile – Sono tornato dall’Africa e i tre leader del centro destra mi hanno detto che Giorgia non si voleva candidare e siccome Marchini non era la persona giusta mi hanno chiesto se volevo candidarmi. Speravo che non ci fosse la candidatura di Giorgia, è stata una doccia a ciel sereno. L’ho sentita qualche giorno fa, mi ha mandato gli auguri per il mio compleanno. Anche Berlusconi mi ha telefonato, mi ha fatto gli auguri, mi ha detto andiamo avanti. Se quello di Giorgia non è un tradimento è una fregatura: ma in politica ci sta, non ho risentimenti nè rancore nei suoi confronti”. “Se Raggi e Giachetti vanno al ballottaggio chi scelgo? Non mi pongo il problema, al ballottaggio ci vado io” conclude.
Invece, “mia moglie ha quelle tendenze lì” di sinistra. “Quindi potrebbe votare Giachetti. Ha votato Rutelli in passato. Mia moglie è ermetica da un punto di vista elettorale” dice ospite a “Un giorno da pecora” su Radio2.
Infine, gli annunci elettorali, le cose da fare se diventasse sindaco. Anzitutto il Tevere, che “va bonificato perché è una risorsa fondamentale per Roma. Può diventare balneabile entro il mio mandato, i cinque anni servono tutti, e farei il bagno come Mister ok”. E ancora, gli asili nido: “Ce sono cinque a Roma costruiti dal Comune, attrezzati arredati ma chiusi e sono stati depredati. Sto cercando di fare in modo che vengano aperti immediatamente”.