19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il leader di Forza Italia è sicuro: “L’ex capo della Protezione civile vincerà al primo turno. E da questo capriccio non ci sarà una conseguenza. Giorga non è stata di parola”. Lei replica e lancia un nuovo appello: “Farei ticket con Guido”

Silvio Berlusconi non molla e punta ancora sul suo candidato Guido Bertolaso per vincere le elezioni amministrative di Roma. “C’è nella capitale un errore di valutazione delle possibilità del candidato Bertolaso, che ha assolutamente più possibilità” di vincere e che sarà votato “dai cittadini romani che hanno buon senso e la testa sulle spalle. Lui è il numero uno al mondo in fatto di emergenze”. Ha detto l’ex Cavaliere, ospite di Rtl 102.5, dove ha puntato il dito contro Giorgia Meloni che “non rispetta la parola data”. Lui è comunque ottimista: “Sono abbastanza tranquillo che da questo capriccio di Roma non ci sarà una conseguenza, sarebbe una follia assoluta concedere così l’Italia alla sinistra di Renzi”.
Ieri, Giorgia Meloni aveva chiesto a Berlusconi di ripensarci rinnovando l’appello a convergere sulla sua candidatura “perché la posta in gioco è troppo alta. Io spero di recuperare anche Forza Italia – ha detto ieri la Meloni – poi io la invito a guardare i sondaggi che parlano di una partita a tre tra me, Giachetti e Raggi. Credo che in cuor suo Berlusconi si renda conto che io sono un candidato più forte di Bertolaso”. E oggi ha spiegato: “Guido Bertolaso è una persona sulla quale abbiamo avuto un errore di giudizio: ha un curriculum straordinario ma non scalda il cuore dei romani – ha commentato Meloni intervenendo a ‘la telefonata’ con Maurizio Belpietro su Canale 5 – Farei volentieri un ticket con Bertolaso mi piacerebbe facesse parte della squadra”. E quante possibilità ci sono di ritrovare un’intesa con Berlusconi? “Se fosse per me quella percentuale sarebbe il 100%”, ha aggiunto Meloni.
Ma il leader di Forza Italia, oltre a ribadire la sua scelta su Bertolaso, non ci sta. E ha voluto anche chiudere il capitolo primarie del centrodestra per scegliere il candidato sindaco a Roma. “Così come si sono svolte in Italia sono una farsa, anche quelle che hanno portato Renzi a prendere la segreteria del Pd sono state ampiamente manipolate. Dalle primarie sono usciti i peggiori sindaci della storia delle grandi città: Roma, Genova, Milano, Napoli, Palermo…”. Anzi, “io sono sicuro che al ballottaggio a Roma ci sarà Bertolaso e dentro di me penso che, se questi prossimi due mesi saranno una possibilità da parte dei romani di conoscere Bertolaso e il suo programma, vincerà al primo turno”.
Ma in caso di ballottaggio a Roma tra Pd e Movimento 5 stelle per chi voterebbe? “Non mi faccia scegliere tra due mali – ha risposto l’ex cavaliere a Rtl 102.5 – Renzi è un personaggio che ha la guida del governo senza essere stato votato, e sostenuto da 60 eletti nel centrodestra che hanno tradito il mandato, è un abusivo ed è la negazione della sovranità popolare”. Mentre “il Movimento 5 stelle è qualcosa di catastrofico: non hanno capacità né cultura di governo, un partito pauperista che ha resuscitato la vecchia ideologia comunista, e giustizialista, che vuole far fuori gli avversari politici con i processi politici”. Quindi, “considererei catastrofica una vittoria dei Cinque stelle e un ballottaggio tra Pd e M5S vedrebbe sicuramente vincenti i 5 stelle perché voterebbe per loro l’estrema sinistra, che ha l’8%, e la Lega. Sarebbe per tutti noi una catastrofe”, ha osservato.
Nella situazione romana con Lega e Fdi “certamente c’è il non rispetto della parola data e il rischio di una rottura delle alleanze” anche nelle altre città “ma credo che non accadrà. Sono tranquillo sul fatto che da un capriccio romano non ci siano conseguenze, sarebbe una follia. E’ troppa alta la posta sul fatto che il centrodestra si divida, sarebbe una sciagura” laddove a “Roma penso che la campagna che porterà a far conoscere Bertolaso ai romani farà prevalere la convinzione che ci vuole qualcuno lontano dal chiacchiericcio della politica”, ha concluso il leader azzurro.
Giorgia Meloni, candidata sindaco a Roma, ha però ribadito al sua speranza di ritrovare l’intesa con Berlusconi: “Se fosse per me quella percentuale sarebbe il 100%. Anche Salvini vuole cercare di ricucire e Berlusconi è un uomo estremamente intelligente – ha aggiunto – Ovviamente non dipende solo da noi, io di appelli in questi giorni ne ho fatti tanti, speriamo che non cadano tutti nel vuoto. Noi da questo punto di vista abbiamo dato un segnale di responsabilità, che non vorrei fosse letto come segnale di debolezza, anzi. E’ un segnale di grande disponibilità e di voglia di costruire e non di distruggere. Io ho solo un nemico, che è questo governo con le sue scelte e le sue politiche, perché è un governo nemico degli italiani, che vorrei mandare a casa, anche tramite queste elezioni amministrative, e vorrei ridare a Roma un governo dignitoso”, ha proseguito. “Non si gioca su Roma la partita per la leadership del centrodestra – ha poi precisato Meloni – Non è questo il tempo, non è questo il luogo, e non ce n’è neanche bisogno perché i leader non se li inventano i partiti politici, i leader li sceglie la gente, che piaccia o no. A me della leadership del centrodestra non frega assolutamente nulla”.
Meloni ha poi precisato che “assolutamente no, quello per Virginia Raggi non è stato un endorsement. Si è fatto molto rumore per nulla perché do per scontato di arrivare al ballottaggio”, riferendosi alle sue parole: “Il M5s mi ha deluso ma se la destra non arrivasse al ballottaggio voterei Virginia Raggi”. Il modo migliore per perdere è scegliere di candidare persone che non possono giocarsi la partita, questo è il tema per il quale ho fatto quello che considero un gesto d’amore e di responsabilità, sperando che la coalizione si possa riunire. Io in questi giorni ho fatto numerosissimi appelli, perché spero che si possa tutti quanti convergere sulla mia candidatura. Tutti i sondaggi dicono che la mia candidatura è la più competitiva – ha aggiunto – che si gioca una partita per il ballottaggio anche se la coalizione dovesse non riunificarsi, però io guardo al futuro e non mi piace l’idea di dare un segnale di divisione”.

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