Fonte: La Repubblica
di Cristina Nadotti
I dati dell’Osservatorio appalti verdi costituito da Legambiente e dalla Fondazione Ecosistemi. Una amministrazione su 4 adotta sempre i criteri ambientali minimi. Sono 17 le città che adottano le linee degli acquisti sostenibili in oltre l’80% dei casi. Ancora scarse le politiche di risparmio energetico
In Italia ci sono sempre più Comuni capaci di bandire appalti verdi e aumenta in maniera sostanziale il numero di quelli che sono ormai plastic free: il 67,8% dei Comuni capoluogo ora ha infatti bandito la plastica, mentre nel 2018 soltanto il 42% lo faceva. E tuttavia, l’adozione dei “Criteri ambientali minimi” da parte della pubblica amministrazione potrebbe essere più spedita ed efficace con una formazione migliore degli addetti alle procedure di acquisto e alla stesura dei bandi.
Il forum sul “green procurement”
Sono questi alcuni tra i dati presentati oggi a Roma al “Forum Compraverde Buygreen”, evento dedicato a politiche, progetti, beni e servizi degli acquisti verdi pubblici e privati. Nelle due giornate di stati generali del “green procurement”, in cui si sono discusse novità legislative, azioni virtuose nazionali e internazionali, opportunità in materia di acquisti verdi con convegni e sessioni formative, l’Osservatorio appalti verdi costituito da Legambiente e dalla Fondazione Ecosistemi ha fatto anche il punto sull’adozione dei Criteri minimi ambientali in Italia. I dati si riferiscono agli appalti aggiudicati nel 2019, e sul fronte del Green public procurement si è passati dai 30 miliardi destinati nel 2018 agli acquisti verdi, ai 40 miliardi tra 2018 e 2019.
Le città virtuose
Il monitoraggio evidenzia che quasi 1 comune capoluogo su 4 adotta, nell’80% dei casi, i Criteri ambientali minimi nelle procedure di gara. Le città che dichiarano di applicare sempre i Cam sono aumentate, e molto, rispetto all’anno passato, con i nuovi ingressi di Brescia, Cagliari, Caserta, Genova, Gorizia, Pesaro, Perugia e Rieti. Ci sono poi città che hanno una percentuale di applicazione tra l’80% e l’99% : Aosta, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Livorno, Lucca, Macerata, Milano, Modena, Monza, Oristano, Padova, Reggio Calabria, Rimini, Rovigo, Udine.
Alla domanda quale sia la principale difficoltà riscontrata dall’amministrazione pubblica per l’applicazione dei Cam nelle gare di appalto, il 25,6% (nel 2018, il 28%) dei Comuni riferisce una mancanza di formazione; il 26,7 (nel 2018, il 26%) lamenta maggiore difficoltà nella stesura dei bandi e il 14,4% (nel 2018, l’11%) denuncia una mancanza di imprese con i requisiti previsti dal Cam e quindi la paura di redigere bandi che non troverebbero riscontro sul mercato. Nei Comuni capoluogo, come detto, la politica del plastic free ha avuto una fortissima accelerazione nel corso di questi ultimi anni: tanto che è crollata la percentuale delle amministrazioni che dichiarano di non adottarla, sono infatti soltanto l’11,1%, contro il 38% del 2018.
Il monitoraggio ha riguardato anche l’adozione della Linea Guida sui criteri sociali, che permette di verificare e tutelare la dignità del lavoro lungo la catena di fornitura.Il questionario evidenzia come, nel 2019, il 35,6% dei Comuni capoluogo, una percentuale ben superiore al 29,5% del 2018, abbia adottato tale linea guida negli appalti pubblici quando questi lo richiedevano.
Gli acquisti verdi più frequenti
Quanto ai Criteri ambientali minimi adottati con più frequenza negli acquisti, in testa all’elenco ci sono stampanti e fotocopiatrici, il 67,1% dei Comuni capoluogo (molto di più del 58% del 2018) sostiene infatti, quando acquista tali macchinari, di tenere conto dell’intero ciclo di vita del prodotto, del suo smaltimento, della sua disponibilità sul mercato e della trasparenza della filiera produttiva, così come richiesto dalla norma. Stupisce però che, anche per un criterio conosciuto e non recentissimo, le difficoltà di applicazione sono ancora rilevanti, poiché è pari a circa il 27,1% la quota di coloro che non lo applicano mai.
Un aumento consistente si è avuto nel numero di imprese che hanno adottato sistemi di gestione ambientale, percorsi formativi per i propri dipendenti associati alla protezione dell’ambiente e della salute, prodotti di pulizia con l’etichetta ecologica europea. La percentuale delle amministrazioni comunali che adottano sempre il Cam sui servizi di pulizia è alta (62,2%) e crescente (il 10% in più rispetto al 2018).
Ancora insufficiente l’applicazione dei Cam nei servizi energetici, nonostante seguire i criteri permetterebbe forti riduzioni dei costi nel campo della gestione ordinaria degli edifici: solo il 29,3% delle amministrazioni comunali lo ha adottato, praticamente la medesima percentuale del 2018 (28,4%).