ECONOMIA
Fonte: Corriere della Sera
I commercianti in vista del Def: scongiurare il rincaro dell’imposta sui consumi che graverebbe sulle famiglie, cancellando le chance di ripresa
L’aumento dell’Iva costerebbe agli italiani 54 miliardi di maggiori tasse in tre anni, di cui 13 solo nel 2016. Lo sostiene Confcommercio, che chiede al governo di scongiurare il rincaro dell’accise sui consumi con una coraggiosa revisione della spesa. In vista del varo del Def, il Documento di Economia e finanza, venerdì 10 aprile, sono diverse le voci che si levano sui pericoli, per la ripresa economica, di un aumento dell’Iva. Il Codacons ha chiesto al premer Matteo Renzi di eliminare 500 enti inutili che gravano sul bilancio pubblico per 10 miliardi all’anno, esattamente quanto i tagli ipotizzati per la manovra.
Scrive Confcommercio in una nota: «Apprezziamo sia i toni sia i contenuti delle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio e di altri esponenti della maggioranza sulla necessità di evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia, come peraltro la Confcommercio chiede da tempo al governo e che, a partire dal 2016, innalzerebbero l’Iva con costi per le famiglie pari a oltre 54 miliardi nel triennio 2016-2018. Soltanto nel 2016 le tasse potrebbero crescere di quasi 13 miliardi di euro». «È bene acquisire e diffondere la consapevolezza – continua l’ associazione dei commercianti – che un tale evento cancellerebbe le già complicate chance di ripresa dei consumi e dell’economia nel complesso. Purtroppo le parole non bastano a disinnescare il pericolo e, pertanto, è necessario da subito reperire risorse adeguate attraverso un’accelerazione della spending review, disegnata dai tecnici ma attuata dalla politica, la quale deve assumersi, con coraggio, la piena responsabilità di spezzare il circolo vizioso tra più spesa e più tasse»