L’unica soluzione possibile è concentrarsi sul rinnovamento della competitività europea, essenziale per la prosperità e la stabilità sociale
Per rilanciare l’industria europea servono azioni forti, senza precedenti e rapide da parte dell’Unione europea. Di fronte alle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, alla crisi energetica e delle materie prime, all’aumento del divario di ricchezza con gli Stati Uniti e la Cina, il Parlamento europeo che sarà eletto il 9 giugno e le nuove istituzioni europee dovranno prendere decisioni cruciali. In questo quadro, i presidenti del Medef (Mouvement des Entreprises de France) e di Confindustria hanno ribadito il loro impegno comune per un’Europa più forte e competitiva e lanciato cinque proposte per superare con successo le sfide globali.
Le cinque proposte
Secondo Confindustria e Medef – al loro sesto bilaterale – l’unica soluzione possibile è concentrarsi sul rinnovamento della competitività europea, essenziale per la prosperità e la stabilità sociale. In particolare, le cinque proposte sono: rafforzare la competitività europea attraverso una forte azione di semplificazione delle normative; rafforzare la competitività europea attraverso uno shock sugli investimenti valutando anche la creazione di un fondo sovrano europeo; rafforzare la competitività europea attraverso interventi ampi sulle competenze; aumentare la competitività europea attraverso politiche energetiche e climatiche efficaci, sostenendo il nucleare e la neutralità tecnologica; promuovere la competitività dell’industria europea della difesa attraverso una strategia per una più forte resilienza.
Orsini: implementare norma su sperimentazione microreattori
Sul nucleare, il Governo italiano deve potenziare la norma per permettere la sperimentazione sui microreattori. Lo ha detto Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, a margine del sesto bilaterale con il Medef. «Sul tema del nucleare, è fondamentale mettere in connessione i paesi. Proprio la connessione dell’energia può essere uno degli obiettivi comuni tra Francia e Italia per l’incremento della produzione e dell’industria», ha detto Orsini. «Le nostre imprese sono pronte e voglio anche ricordare che circa 70-80 imprese sono già attive addirittura nella manutenzione di reattori nucleari in giro per il mondo, abbiamo delle importanti eccellenze, penso anche a Newcleo che oggi era con noi e sta facendo sperimentazione in Francia, perché la normativa italiana non ci permette di farlo», ha aggiunto, sottolineando che «anche su questo dobbiamo parlare con il nostro Governo, perché non possiamo pensare di non fare sperimentazione sui microreattori di energia nucleare in Italia per essere pronti alle sfide».
«Nucleare, senza sé e senza ma», dunque. «Benissimo il mix energetico ma va rivisto. È importantissima la parte delle rinnovabili ma il nucleare è a produzione continua», ha aggiunto Orsini, spiegando che nel bilaterale con Medef «abbiamo parlato di mercato unico europeo dell’energia: per noi sarebbe fondamentale, è un tema competitivo. Sappiamo benissimo che all’interno dell’Europa abbiamo paesi che pagano l’energia quattro volte meno rispetto all’Italia. Questo ci mette in grave difficoltà competitiva. Va da sé che l’industria risulta penalizzata».
Un grande Fondo sovrano europeo
L’Unione europea deve «promuovere la competitività europea attraverso uno shock sugli investimenti nel prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp), con più risorse e strumenti finanziari adattati alle esigenze delle imprese e un approccio di finanziamento europeo che mobiliti risorse pubbliche e private, compreso un grande Fondo sovrano europeo in grado di mobilitare fino a 500 miliardi di investimenti privati». È la proposta lanciata da Confindustria e Medef (Mouvement des Entreprises de France) in occasione del sesto bilaterale tra le due associazioni datoriali in vista delle elezioni del Parlamento europeo e della nomina della prossima Commissione Ue. Inoltre, per sostenere la competitività europea, secondo Confindustria e Medef, «gli appalti pubblici dovranno sostenere questo obiettivo istituendo un Buy European Act e ponendo le basi per una vera e propria leadership europea», sostenendo che “di fronte agli Stati Uniti e alla Cina, gli acquirenti pubblici dovranno promuovere le tecnologie europee laddove equivalenti in termini di prezzo, qualità e prestazioni”. Inoltre, «è necessaria anche l’ottimizzazione del quadro dei Progetti importanti di interesse comune europeo (Ipcei), in una logica di snellimento ed accelerazione dei processi, semplificazione della governance e partecipazione inclusiva degli Stati membri e delle imprese, in particolare le Pmi». In questo quadro, per le due associazioni datoriali, «gli investimenti privati devono inoltre fare affidamento su un’Unione europea dei mercati dei capitali realmente integrata per diversificare le fonti di finanziamento. L’unificazione dei mercati finanziari europei sosterrà il finanziamento delle imprese da parte degli operatori finanziari europei, rafforzando la competitività e l’autonomia strategica».
Difesa, autonomia europea mai stata così urgente
«La sfida della difesa e della sicurezza deve essere il principale obiettivo strategico del prossimo decennio». Ne sono convinti Confindustria e Medef che, in occasione del sesto bilaterale tra le due associazioni datoriali, hanno lanciato una serie di proposte all’Unione europea, sottolineando che «la necessità di sviluppare le nostre capacità industriali per raggiungere l’autonomia in questo settore strategico non è mai stata così urgente». In particolare, «poiché le tecnologie digitali svolgono un ruolo cruciale nelle moderne strategie di difesa, è fondamentale per l’Europa mantenere e rafforzare l’autonomia strategica nella sicurezza informatica e proteggere i dati sensibili attraverso infrastrutture digitali avanzate», infatti, secondo le due associazioni, «trascurare le minacce informatiche emergenti e le normative extraterritoriali imposte da altre regioni comprometterebbe questi sforzi». Quindi, per Confindustria e Medef «è essenziale progredire verso lo sviluppo di un “mercato comune per l’industria della sicurezza e della difesa” al fine di dotare l’Unione dei mezzi necessari per affrontare le sfide attuali e future».