19 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il rapporto del Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) dopo il reclamo presentato dall’ong University Women of Europe: “Divario inaccettabile in retribuzioni e opportunità”. Tra 15 Stati esaminati, si salva solo la Svezia

Le donne italiane non ricevono dallo Stato tutto l’aiuto necessario per poter avere le stesse opportunità degli uomini nel mercato del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le retribuzioni. A rilevarlo è il Comitato europeo dei diritti sociali (Ceds) del Consiglio d’Europa esprimendosi sul reclamo presentato dall’ong “University Women of Europe” che contestava a 15 dei 47 Stati membri dell’organizzazione paneuropea di non rispettare il diritto delle donne alla parità di retribuzione e alle pari opportunità professionali.
Secondo Strasburgo, “l’Italia ha violato i diritti delle donne perché ha fatto insufficienti progressi misurabili nel promuovere uguali opportunità per quanto concerne una pari retribuzione”.

Gli 11 Stati coinvolti nella ricerca
I Paesi chiamati in causa dalla ong insieme all’Italia sono Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia e Svezia. Sono gli unici Stati ad aver accettato che il Ceds giudichi – anche attraverso i reclami presentati da diverse organizzazioni, comprese altre ong – sul rispetto o meno di quanto loro imposto dalla Carta sociale europea.

Svezia, la sola eccezione
Eccetto la Svezia, il comitato ha bocciato tutti i Paesi perché in un modo o in un altro violano i diritti delle donne. Strasburgo ha evidenziato che il problema non sono le leggi, perché tutti i Paesi hanno una legislazione che riconosce il diritto alla stessa retribuzione per un lavoro equivalente. Ma questo aspetto da solo non basta a cambiare la situazione, ha sottolineato Strasburgo, e deve essere accompagnato da politiche e misure per facilitare il raggiungimento della parità tra donne e uomini.

Caso Italia: “Mancano misure adeguate”
In Italia il Comitato europeo dei diritti sociali ha evidenziato la mancanza di misure adeguate a promuovere il diritto delle donne a pari opportunità sul mercato del lavoro. “Il governo stesso ha riconosciuto che mancano misure positive per riconciliare la vita personale e professionale”, ha messo nero su bianco il Comitato, citando come esempio le insufficienti sovvenzioni per servizi come gli asili nido.
“Il divario retributivo tra donne e uomini è inaccettabile, eppure continua a rappresentare uno dei principali ostacoli al conseguimento di una reale uguaglianza nelle società moderne”, ha affermato Marija Pejcinovic Buric, segretaria generale del Consiglio d’Europa. “I governi europei devono intensificare urgentemente gli sforzi per garantire le pari opportunità professionali”, ha aggiunto precisando che “un maggior numero di Paesi dovrebbe utilizzare la Carta sociale europea come strumento per raggiungere tale obiettivo”.

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