10 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Umberto Rosso

Il leader M5s: “Chiederò incontro con Salvini e Martina, non ho mai voluto spaccare né il Pd né il centrodestra, però…”. Salvini: “Sì a M5S, ma senza accordo si torni al voto”. Berlusconi silurato da Di Maio lo sfida: “Indisponibili a governi di pauperisti e populisti, in cui prevalgono invidia, odio sociale e giustizialismo”. Martina: “Non formuliamo ipotesi di governo che ci riguardino”. Nuovo appuntamento al Quirinale la prossima settimana

 

Non ci sono le condizioni per un’intesa di governo”. Sergio Mattarella, alla fine delle consultazioni, certifica il nulla di fatto. Fumata nera dunque. Ci sarà, annuncia il presidente della Repubblica, un secondo giro nella prossima settimana, anche se non ha fissato il giorno. Secondo le indiscrezioni che circolano potrebbero svolgersi fra giovedì e venerdì. Nel frattempo, sia Salvini che Di Maio, oltre a incontrarsi fra di loro, sonderanno autonomamente gli altri partiti. Al momento dunque situazione bloccata. Berlusconi ha chiuso ai 5Stelle, “no a governi dell’odio sociale e del pauperismo”. Salvini invece gli ha aperto la porta, “ogni altra soluzione sarebbe provvisoria”, pur rivendicando al centrodestra e a sé stesso l’incarico di premier. Di Maio sostiene di non aver posto veti a nessuno, ma Berlusconi proprio no. Il leader grillino assicura di “non voler spaccare il centrodestra o il Pd”, e getta un ponte alla Lega da un lato e al Pd dall’altro. Ma il Pd, per bocca del segretario reggente Martina, chiude la porta ad ogni ingresso dei democratici al governo, “staremo in minoranza, e da lì porteremo avanti le nostre proposte”. E si dichiara indisponibile a incontri prima del nuovo giro di consultazioni. Un gigantesco gioco dell’oca, con ritorno alle posizioni di partenza. Nessuno si schioda.

Consultazioni, Mattarella: “Nessuna intesa per il nuovo governo, serve tempo”
Da qui il break concesso da Mattarella. “Farò trascorrere qualche giorno di riflessione, anche sulla base della esigenza di maggior tempo che mi è stata prospettata da molte parti politiche”. Sarà utile “anche a me per analizzare e riflettere su ogni aspetto delle considerazioni fatte dai partiti e sarà utile a loro per valutare responsabilmente la situazione, le convergenze programmatiche, le possibili soluzioni per dare vita a un governo”.  Servono alleanze, spiega il capo dello Stato, perché nessuno ha ottenuto la maggioranza dalle elezioni, “nessun partito e nessuno schieramento politico dispone da solo dei voti necessari per formare un governo e sostenerlo”.  Una traccia, un filo c’è. Il risultato ottenuto da Lega e M5S, ma senza dimenticare – fa osservare ancora Mattarella –  che in Parlamento siede anche un terzo blocco, quello del Pd. “Le elezioni che abbiamo celebrato un mese fa hanno visto un ampio aumento di consenso per due partiti – uno dei quali alleato con altri – ma non hanno assegnato a nessuna parte politica la maggioranza dei seggi in Parlamento, nè alla Camera nè al Senato, dove sono presenti tre schieramenti politici”.

La cronaca della giornata
L’ultimo interlocutore a salire al Colle è stato Luigi Di Maio che, nella sostanza, ha nuovamente chiamato Lega e Pd a collaborare con lui, e chiuso a Fi.  “Un contratto di governo si può sottoscrivere o con la Lega o con il Pd. Questi sono i due interlocutori, ed è chiaro che sono due soluzioni alternative”. Il capo politico del M5s parla a lungo dopo l’incontro col presidente. “Noi proponiamo a quelle due forze politiche un contratto sul modello tedesco perché si impegnino di fronte agli italiani sulle cose da realizzare” argomenta Di Maio “noi non siamo né di destra né di sinistra e quindi possiamo interloquire con coloro che vogliono fare le cose e migliorare la vita degli italiani”.

Consultazioni, Di Maio: “Non riconosco il centrodestra, parlo con Salvini”
“Non ho mai voluto spaccare il Pd, né il centrodestra” garantisce il capo M5s, sottolineando comunque che il suo partito ‘ha ottenuto 11 milioni di voti’, tanto per quantificare chi avrebbe più degli altri diritto di parola. “Le mie aperture sono sincere, ho parlato con tutti” e però staffila il centrodestra nel suo insieme, silurando Forza Italia: “Io non riconosco la coalizione” dice Di Maio, “perché le forze politiche che ne facevano parte proponevano 3 diversi candidati premier e si sono presentate divise per le consultazioni”. Inoltre “hanno idee totalmente opposte sul M5s ed è per questo che noi ci rivolgiamo solo alla Lega, come ci rivolgiamo al Pd nella sua interezza”.

Consultazioni, Cappellini: “M5s con Lega o Pd, i due forni restano aperti”
Matteo Salvini, salito al Colle intorno alle 12, si era dichiarato “autoesploratore”, davanti al muro contro muro, e perfino allo stesso Silvio Berlusconi che poco prima al Quirinale aveva risposto picche alla pregiudiziale anti Forza Italia dei 5Stelle. Il leader leghista ha aperto ufficialmente a Luigi Di Maio: “Non ci vuole uno scienziato per capire che altre soluzioni sarebbero improvvisate”. Annuncia:  “Avrò dei contatti con tutti nei prossimi giorni, anche formali per trovare una soluzione”. In primo luogo con Di Maio. “Se non si trova una quadra non resterebbe che tornare alle urne, una prospettiva che non auspichiamo ma che non temiamo”.

Consultazioni, Salvini: “Coinvolgere i 5 Stelle. No a governo a tempo o improvvisato”
Salvini prova dunque a mediare, è pronto a fare “un passo di lato” rispetto al ruolo di premier, e vuol presentarsi in Parlamento “soltanto quando avremo numeri certi”. Il leader della Lega spiega che con  Mattarella “è stato un incontro molto positivo, molti sono venuti qua a dire di no, noi abbiamo offerto dei sì”. Lancia l’invito a Di Maio ma le distanze ci sono e restano. “Lavoriamo  – dice – per un governo che duri cinque anni, non un governo raccogliticcio, a tempo, che parta dalla coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni e che coinvolga il Movimento Cinque Stelle”. Il leader della Lega chiama però Di Maio a rinunciare alle “impuntature, alle posizioni di partito”, allo scontro “premier sì, premier no, premier forse”, chiede di “smussare gli angoli a chi almeno a parole non intende arretrare”. Per un governo che si occupi di pensioni, lavoro, immigrazione, rilanci le autonomie. “E per riportare il nostro paese a contare Bruxelles, non al rimorchio come è stato in questi anni di governo con il Pd. Macron e Merkel hanno già fatto troppi danni”.

Consultazioni, Berlusconi: “Premier alla Lega. No a governi del pauperismo, del giustizialismo e dell’odio”
Silvio Berlusconi, salito al Colle in tarda mattinata, ha rispedito al mittente il veto di Di Maio nei suoi confronti. È pronto ad alleanze, ma partendo dal centrodestra e da Salvini premier. E lancia un attacco molto duro contro i 5Stelle. “No a governo del populismo, dell’odio, del pauperismo, del giustizialismo”. Si dichiara contro ipotesi di governo che potrebbero portare l’Italia fuori dall’Europa, che “non perdonerebbe dilettantismi e improvvisazioni”,  che quindi ” portebbero alla crisi, alla chiusura di aziende, al fallimento delle banche”. Il leader di Forza Italia è pronto, per mettere insieme una maggioranza, al confronto ma su un governo “non a tempo”, che affronti “le urgenze”, le emergenze che il Paese ha di fronte, e con “soluzioni di alto profilo”. Insomma, irricevibile anche l’ipotesi di far entrare una squadra low profile, di ministri solo di area Forza Italia per tentare di aggirare i niet di Di Maio. Siamo al muro contro muro.

Quirinale, la seconda giornata di consultazioni
Subito prima Mattarella aveva incontrato la delegazione Pd guidata da Maurizio Martina, il segretario reggente. “Il Pd vuol restare all’opposizione, come forza di minoranza, e sfida centrodestra e M5S ad avanzare una proposta di governo”, dice Martina. Posizione netta, anche se nel partito le valutazioni restano diverse. Probabilmente solo in un secondo momento, a partire forse dal secondo giro di consultazioni, potranno emergere ufficialmente.

Consultazioni, Martina: “Chi ha vinto sia responsabile. Tornino con i piedi per terra”
“L’esito elettorale negativo non ci consente di formulare ipotesi di governo che ci riguardino”, dice Martina. Invece, “è emersa una potenziale maggioranza”  nelle scelte istituzionali appena fatte, e che “sono state compiute senza di noi”. Vedi esclusione da nomina questori per gli uffici di presidenza Parlamento. Ma finora questa potenziale maggioranza “si è comportata come se fosse il secondo tempo della campagna elettorale: farebbero bene queste forze a tornare con i piedi per terra, visto che nelle proposte che sentiamo avanzare vorrebbero unire tutto e il contrario di tutto”.  Martina ha presentato al capo dello Stato un programma in 4 punti, che comprende fra l’altro un raddoppio delle risorse per il reddito di inclusione, ma sempre nel rispetto per il risanamento dei conti pubblici, che “deve continuare”. E qui un nuovo attacco a Lega e 5Stelle, “sentiamo proposte pericolose” rispetto appunto al quadro economico. In serata, dopo l’offerta arrivata da Di Maio, il Pd torna a prendere posizione. “Il Partito democratico non è interessato a partecipare agli incontri chiesti da Luigi Di Maio alle forze politiche”, fanno sapere fonti parlamentari dem.

Consultazioni, Di Maio: “Contratto di governo con Lega o con Pd”
La maratona di colloqui, dunque, è finita con una fumata nera. Dopo un mese di interviste, di messaggi, di dichiarazioni la situazione resta di stallo. La prossima settima si ricomincia.

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