19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Enrico Marro e Lorenzo Salvia

I vertici tra il presidente del Consiglio e le delegazioni dei partiti per trovare una mediazione. Si tratta su partite Iva e carcere per chi froda il fisco


C’è una prima intesa sulle correzioni della manovra, ma limitata al contante e ai Pos. La riduzione del tetto ai pagamenti cash da 3 mila a 2 mila euro scatterà non più il primo gennaio ma il primo luglio. Rinvio di sei mesi anche per le sanzioni a carico dei commercianti che non si doteranno di Pos e del meccanismo premiale sulle spese fatte con pagamenti elettronici per il super bonus della Befana (cash back). Intesa di massima, cioè aperta a modifiche, sul carcere ai grandi evasori, con una norma che non entra in vigore subito col decreto fiscale ma solo dopo la conversione in legge, per lasciare lo spazio a correzioni in Parlamento. Mentre sullo stop alla stretta per le partita Iva ci sarà ancora da discutere..
La lunga giornata di incontri non è bastata, quindi, a sciogliere tutti i nodi del pacchetto di misure, decreto fiscale e disegno di legge di Bilancio, approvato «salvo intese» una settimana fa. «Il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S» dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che poi aggiunge: «Colpiamo i pesci grossi, finalmente tocchiamo gli intoccabili». «Bene le norme sugli evasori — precisa per il Pd Dario Franceschini — il fatto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e le conseguenze».
Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha prima incontrato le delegazioni dei singoli partiti che sostengono il governo, Movimento 5 Stelle, Pd, Italia viva e Leu, assieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Poi c’è stato un lungo e a tratti burrascoso vertice che ha visto seduta allo stesso tavolo tutta la maggioranza. A chiudere la maratona, a notte inoltrata, un Consiglio dei ministri che ufficialmente aveva all’ordine del giorno il decreto legge per la ricostruzione delle zone terremotate ma dove si è continuato a discutere sempre della manovra, segnalando quale sia la temperatura dei rapporti nella maggioranza.
La maggior parte dei correttivi decisi ieri prenderà la forma di emendamenti da presentare nel corso del dibattito in Parlamento. Altrimenti sarebbe stato necessario un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri, come del resto era già avvenuto qualche mese fa con il decreto Sblocca cantieri, su esplicita richiesta del capo dello Stato Sergio Mattarella. Questo vuol dire che ogni punto dell’accordo di ieri continuerà a far ballare la maggioranza anche nei prossimi giorni. Ragionevolmente fino a quando la manovra sarà approvata dal Parlamento in via definitiva.

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