22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

Il premier torna al doppio registro già sperimentato in autunno e prepara il vertice con i vicepremier, che potrebbe tenersi mercoledì, alla vigilia del Consiglio europeo


Duro sulla questione politica e morbido sui numeri. Giuseppe Conte torna al doppio registro, come lo scorso autunno, alla vigilia della settimana chiave del negoziato con l’Ue. La lettera che il premier invierà prima del Consiglio europeo del 20 giugno, avrà toni fermi nella richiesta di rivedere le regole Ue (inclusa quella sul tetto del 3%, che in realtà ha poco a che fare con la situazione attuale) e nel chiedere parità di trattamento dei Paesi membri. Ma il negoziato non può fermarsi qui. L’Europa chiede subito una manovra di (almeno) 3-3,5 miliardi e il premier, con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, dovrà portare uno schema in cui ci siano quelle cifre.
Il weekend appena trascorso – il premier e i suoi vice lontani – ha un po’ ridotto la suspense per la trattativa sui conti, ma i protagonisti sanno bene che dall’esito di quella trattativa può dipendere la tenuta del governo: è questo il principale timore nel Movimento Cinque stelle. Anche perché la Lega non pare convinta di porgere l’altra guancia all’asse Conte-Tria. Con Matteo Salvini in partenza per Washington (dove darà una forte impronta anti-iraniana alla sua politica estera) è Alberto Bagnai, economista «duro e puro» dell’universo leghista in odore di promozione (al ministero degli Affari Ue o, come sottosegretario, al Mit) a diramare le volontà di chi ha stravinto le Europee.
«In questo momento – dice Bagnai – c’è bisogno di creare un incidente che tenga l’Italia sotto un sostanziale potere di ricatto: faccio la procedura se non accetti una serie di cose. A questo atteggiamento sono il primo a dire, ma Tria lo farebbe senza che nessuno glielo dica, che bisogna opporre un fermo no», avverte Bagnai. L’attacco al fronte Ppe-Pse è frontale: «Quelli che hanno meno elettori di noi tendono a fare la voce grossa e quindi intavolano una procedura senza precedenti a fronte di una violazione che tutto sommato è minimale».
Conte la pensa diversamente, non è un mistero. Nella lettera metterà nero su bianco la necessità di cancellare alcuni elementi di differenza che penalizzano l’Italia – come il surplus tedesco o le tassazioni agevolate di alcuni Paesi – ma nei contatti che avrà nelle prossime ore con i “decision-maker” europei, non arriverà alla rottura. Assicurando la volontà di andare incontro all’Ue già nell’assestamento di bilancio di fine giugno-inizio luglio, dove i risparmi di reddito di cittadinanza e quota 100 potrebbero essere utilizzati per tagliare il deficit (che per l’Italia viaggia comunque sul 2,2-2,1%). Il rischio è che non basti, e che si rendano necessari tagli alla sanità e agli enti locali che però, al momento, né la Lega né il M5S accetterebbero. Il vertice tra Conte, i suoi vice e Tria servirà anche a chiarire questi nodi. Potrebbe essere programmato tra martedì sera e mercoledì e, nel M5S, assicurano che non ci saranno scossoni.
Di Maio, intanto, ha già individuato le sue misure bandiera per l’autunno: salario minimo e conflitto d’interessi. Misure a costo zero, a dispetto di quella Flat tax che Tria non vuole in deficit e il M5S non vuole a discapito della sterilizzazione dell’Iva o di tagli ai benefit per le famiglie. Tanto che, più genericamente, oggi Di Maio sottolinea: «l’obiettivo è giù tasse e stipendi dignitosi». Domani il leader M5S riunirà i suoi ministri per fare un punto sull’agenda delle priorità e, a partire dal prossimo weekend, comincerà il suo tour delle assemblee regionali del Movimento. Con un obiettivo: arrivare al restyling del M5S prima della fine dell’estate.

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