Le pagelle della Commissione Ue sui piani di bilancio degli Stati membri. Il testacoda dei ‘falchi’. Gentiloni: “Loro hanno voluto queste regole”
Italia e Francia promosse. E i cosiddetti ‘frugali’, a partire dall’Olanda per proseguire con Germania, Finlandia e Austria, dietro la lavagna. Con Amsterdam addirittura ‘bocciata’ e gli altri rimandati. Le ‘pagelle’ della Commissione europea stavolta danno forma ad una sorta di testacoda: buonissime con chi ha deficit e debito alto, molto meno con i ‘falchi’. “Sono stati loro – ha commentato il commissario all’Economia uscente, Paolo Gentiloni – a volere queste regole”.
Resta il fatto che alla fine sui bilanci e sulle procedure di rientro dal deficit — necessarie per otto paesi, tra cui appunto Italia e Francia — Palazzo Berlaymont è andato con la mano leggera. Forse perché è l’ultimo atto del primo esecutivo von der Leyen o perché la presidente vuole evitare problemi in vista del voto di oggi sul nuovo collegio. “Il saldo primario strutturale – si legge nelle raccomandazioni per il nostro Paese – dovrebbe migliorare dello 0,6% sia nel 2025 che nel 2026, seguito da un miglioramento dello 0,5% del Pil ogni anno fino al 2031. Di conseguenza, l’aggiustamento di bilancio nei primi quattro anni del piano è più che proporzionale allo sforzo di regolazione totale”.
Si tratta del primo ‘pacchetto’ predisposto sulla base del nuovo Patto di Stabilità. Che appunto prevede un piano quadriennale o settennale (il nostro Paese ha scelto quest’ultima soluzione) per tornare sotto il 3% nel rapporto deficit-Pil. Il governo italiano dovrà raggiungere questo obiettivo nel 2026 e poi scendere sotto il 2% nel 2031. Quindi dei 21 piani a medio termine, 20 soddisfano i requisiti richiesti. L’Olanda è appunto fuori da questo elenco. E per l’Ungheria la valutazione è ancora in corso.
Il criterio per giudicare i bilanci, da quest’anno si basa sulla spesa netta che per l’Italia non può crescere mediamente più dell’1,5% annuo nei prossimi sette. Otto Stati della zona euro sono quindi considerati in linea con le raccomandazioni di bilancio, sette non sono pienamente in linea, uno non lo è e uno rischia di non esserlo. Del primo gruppo di ‘promossi’ fanno parte, oltre a Italia e Francia, Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia e Croazia. Mentre Estonia, Germania, Finlandia e Irlanda appartengono al secondo. Lussemburgo, Malta e Portogallo non sono ancora in linea con la raccomandazione perché non hanno eliminato le misure per l’emergenza energetica.
“Un giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà”, dice il ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti. Nelle raccomandazioni la Commissione esorta l’Italia a realizzare le riforme connesse alla richiesta di estendere a sette anni il percorso di rientro dal deficit: giustizia, fisco, Pa, Istruzione e procedure per le aziende. Le note critiche riguardano crescita e debito che non incidono – per ora – sul giudizio finale. Emerge la differenza di previsione sul Pil: quest’anno sarà allo 0,7% anziché all’1 fissato dal governo e nel prossimo all’1% anziché all’1,2. Mentre il debito continuerà a salire fino al 2026 toccando il picco del 137,8%. Migliora la disoccupazione: al 6,8% nel 2024, al 6,3% nel 2025 e al 6,2% nel 2026.
Gentiloni ha tracciato un bilancio positivo dei 5 anni a Bruxelles: “Abbiamo fatto cose molto importanti, dalla risposta alla pandemia al finanziamento comune dell’Ucraina. I prossimi anni non saranno facili. Bisogna essere audaci e ancora più ambiziosi”.