20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il capo dello Stato in visita in Austria risponde in conferenza stampa: “Vi è una condizione di base di economia italiana di grande solidità”. E sul caso della comandante Carola: “La nostra magistratura è assolutamente indipendente”

“Non vedo ragioni per aprire la procedura di infrazione contro l’Italia”. Difende a spada tratta i conti pubblici italiani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Vienna per una visita di Stato in Austria di due giorni. Mentre a Bruxelles fallisce il vertice sulle nomine, aggiornato a domani, e viene rinviata la riunione dei commissari europei a Strasburgo per decidere se avviare o meno la procedura d’infrazione, prevista per domani.

Procedura d’infrazione: “L’economia è solida”
Mattarella, nel rispondere in conferenza stampa a una domanda di un giornalista locale inizialmente rivolta al presidente austriaco Alexander Van der Bellen, ha sottolineato che “il disavanzo di bilancio in Italia è passato dal 2,4 al 2,1 tra il 2017 e il 2018, l’avanzo primario è passato dall’1,4 all’1,6: sono due dati di trend positivi per i conti pubblici”. In più, ha fatto notare “vi è una condizione di base di economia italiana di grande solidità, non a caso l’Italia è la terza economia dell’Ue ed è la seconda manifattura d’Europa. Credo che il governo stia presentando ciò alla Commissione Ue per dimostrare che i conti saranno in ordine, le indicazioni sono rassicuranti e non vi sia motivo per aprire una nuova infrazione”. Anche durante il colloquio con Van der Bellen si è affrontato il tema dei conti pubblici italiani e della decisione della Ue sulla procedura di infrazione. Mattarella avrebbe sottolineato che in Italia “i conti sono solidi” e “non c’è un’economia a rischio”, anche se ovviamente “i conti vanno tenuti sotto controllo”.

Nomine Ue: fare presto, l’Unione deve lavorare
Quanto alla partita delle nomine Ue, Mattarella auspica che “si trovi assieme sollecitamente un’intesa per far partire la vita delle istituzioni anche perchè l’Ue ha di fronte a sè alcune grandi sfide da governare: dal clima ai migranti, dall’economia alla sicurezza. Ci auguriamo che tutto si concluda domani e questo consenta all’Ue di partire con sollecitudine per affrontare quei problemi che solo insieme, come Unione, possono esser affrontati con successo”.

Sea Watch: “Fiducia nell’autonomia della magistratura”
Il capo dello Stato ha risposto anche a una domanda sul caso dellea Sea-Watch. Sull’arresto della capitana Carola Rackete, ha detto: “L’Italia ha una Costituzione cui per dovere e convinzione personale sono molto legato. La Costituzione prevede una assoluta divisione dei poteri, la nostra magistratura è di assoluta indipendenza e io ho in essa molto fiducia. La questione è nelle mani della magistratura e questa indipendenza assoluta è l’unico criterio che può guidare in questo momento il presidente della Repubblica italiana”.
E in merito alle critiche della Germania, con il presidente tedesco che ha preso le difese di Rackete,  ha osservato: “Il rapporto tra Italia e Germania è talmente solido come amicizia e collaborazione che non può essere messo in discussione da alcunché”.

Caso Sea Watch, Moavero risponde a Maas
ll ministro degli Esteri Moavero ha ricevuto una telefonata dal ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, sul caso della comandante della Sea Watch. Il ministro italiano ha spiegato che, attualmente, la sua posizione è al vaglio della magistratura, che in Italia, per previsione costituzionale, è totalmente indipendente dal governo. Maas era intervenuto in mattinata su Facebook: “Alla fine di un procedimento tipico di uno Stato di diritto, dal nostro punto di vista può esservi soltanto il rilascio di Carola Rackete: lo chiarirò ancora una volta all’Italia”, aveva scritto.
Ha parlato all’agenzia tedesca Dpa il padre di Carola: “Penso che la pressione internazionale sul governo italiano farà la differenza”, ha detto. E prendono posizione anche i vescovi della Conferenza episcopale tedesca. Per l’arcivescovo di Amburgo, Stefan Hesse, il comportamento dell’Italia nei confronti della nave e della sua comandante è “inaccettabile”.

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