20 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Antonio Pollio Salinbeni

il presidente del Parlamento partecipa al Consiglio europeo solo nella parte iniziale, tuttavia nel processo aperto l’attenzione alle posizioni degli eurodeputati, alle maggioranze possibilità che si determineranno in aula, è massima da parte dei governi perchè dal voto parlamentare di dovrà passare dopo l’accordo al Consiglio


Tutti i fari sono puntati sul Consiglio europeo del 17-18 luglio. E per fare il punto sulla preparazione del grande negoziato sulla risposta anticrisi e sul bilancio 2021-2027 l’8 si riuniranno nella capitale belga i 4 presidenti: von der Leyen per la Commissione, Merkel per la Germania che guida la presidenza di turno della Ue, Michel come presidente permanente dell’Unione, Sassoli per il Parlamento. Quest’ultimo ha ottenuto il mandato dai responsabili dei gruppi politici a negoziare “i termini per un accordo ambizioso”. In realtà il presidente del Parlamento partecipa al Consiglio europeo solo nella parte iniziale, tuttavia nel processo aperto l’attenzione alle posizioni degli eurodeputati, alle maggioranze possibilità che si determineranno in aula, è massima da parte dei governi perchè dal voto parlamentare di dovrà passare dopo l’accordo al Consiglio. Di qui l’estrema importanza di costruire il complicato “puzzle” fin dalle prime battute. “Faremo la nostra parte nelle discussioni con Commissione e Consiglio ed è importante che questo processo si avvii prima della riunione dei Ventisette: ciò assicurerà che i capi di Stato e di governo siano chiari sulle condizioni necessarie affinchè il Parlamento possa votare a favore”.

Le posizioni dei gruppi parlamentari
Non sono cambiate le posizioni dei principali gruppi parlamentari rispetto a una ventina di giorni fa quando i responsabili dei gruppi Ppe, S&D, Renew Europe, Verdi/Ale, Gue/Ngl avevano indicato che per quanto concerne la proposta di piano per la ripresa “nella sostanza ci siamo quasi”. Il Next Generation Eu, finanziato con 750 miliardi raccolti sul mercato con l’emissione di obbligazioni comunitarie più importante della storia europea, “è un buon punto di partenza”. Tuttavia i problemi aperti per il Parlamento sono molti e, peraltro, costituiscono gli scogli del difficile negoziato. Questi i titoli: 500 miliardi per sussidi agli Stati “sono il minimo indispensabile per una risposta europea credibile; come saranno spese le risorse; come sarà coinvolto il Parlamento nella gestione e nel controllo; quali e quante nuove risorse per il bilancio Ue: la dotazione per il 2021-2027 deve essere robusta e la proposta von der Leyen “non è all’altezza” di impegni e ambizioni; occorre assicurare che i fondi non vadano a chi indebolisce i valori del Trattato (Stato di diritto).

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