Obiettivo arrivare almeno fino a giugno 2024, ma serve l’ok della Ue
Il governo è al lavoro per prorogare (almeno fino a giugno 2024) la decontribuzione Sud, l’agevolazione, rafforzata fino al 2029 con la manovra 2021, ma che necessita – di volta in volta – di apposita autorizzazione della commissione Ue per la sua applicazione e fruizione in quanto aiuto di Stato. La misura consiste in uno sgravio contributivo per le aziende del Sud (cioè datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), e riguarda i rapporti di lavoro dipendente, sia instaurati che da instaurare. «Gli uffici del ministero sono al lavoro affinché la proroga del beneficio possa aver luogo – ha sottolineato il ministro del Lavoro, Marina Calderone -. La decisione della Commissione Ue di posticipare fino al 30 giugno 2024 la vigenza del Temporary Framework Ucraina ci rende confidenti che la procedura di autorizzazione dell’estensione della durata dell’esonero contributivo per sostenere le imprese dell’Italia Meridionale sia più rapida e semplificata rispetto al passato, così da dare quanto prima delle risposte certe alle realtà imprenditoriali».
L’agevolazione è riconosciuta sulla base di percentuali decrescenti a seconda delle annualità delle contribuzioni (sono esclusi dal calcolo della contribuzione i premi e contributi dovuti all’Inail). Sino al 31 dicembre 2025 l’esonero è del 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro; per gli anni 2026 e 2027 l’esonero scende al 20%; per gli anni 2028 e 2029 si passa al 10% (questo incentivo non prevede un massimale nell’importo per singolo lavoratore/lavoratrice).
Il punto, come detto, è che lo sgravio necessita di preventiva autorizzazione da parte della commissione Ue. A oggi l’intervento arriva fino a dicembre (la misura costa circa 4-5 miliardi l’anno); e i numeri dimostrano come stia effettivamente funzionando. Nel 2022 la decontribuzione Sud ha interessato 1.377.844 assunzioni e variazione contrattuali. Nel primo semestre 2023 sono stati interessati già 777.615 rapporti.
Per uno sgravio che va verso la proroga, per altri tre si rischia a dicembre lo stop. Parliamo degli incentivi per assumere donne con almeno 50 anni e disoccupate da oltre 12 mesi o di qualsiasi età, purché presentino determinate caratteristiche di vulnerabilità; dell’esonero per gli under36 e dello sgravio Neet (con oltre 1,7 milioni di giovani Neet siamo in fondo alle classifiche internazionali).
Da gennaio quindi, in assenza di interventi, le aziende, oltre all’eventuale proroga di Decontribuzione Sud, potranno contare solo sull’incentivo “under 30”, reso strutturale dalla Legge di bilancio per il 2018, e dai nuovi esoneri per chi assume i percettori dell’Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione al lavoro, i due nuovi strumenti introdotti dal governo Meloni post Reddito di cittadinanza.