Il fondo proposto dalla Ue dovrebbe essere istituito a questa conferenza e avere fonti innovative di finanziamento, fra le quali tasse sull’aviazione, il settore marittimo e i combustibili fossili
Non si concluderà oggi 18 novembre, come previsto, la Cop27 di Sharm el-Sheikh. La conferenza andrà avanti fino a domani, e potrebbe prolungarsi fino a domenica. Lo apprende l’Ansa da fonti diplomatiche.
La trattativa è molto indietro, solo stanotte alle 3:30 è uscita una prima, vera bozza di documento. Servirà almeno un altro giorno di negoziati per arrivare a qualche risultato concreto, forse due giorni. La mossa odierna della Commissione europea, di aprire ad un fondo per i loss and damage, in cambio del mantenimento del target di 1,5 gradi di riscaldamento globale fissato l’anno scorso alla Cop26 di Glasgow, potrebbe sbloccare il negoziato L’Unione europea ha proposto alla Cop27 di Sharm el-Sheikh l’istituzione di un fondo per i danni e le perdite dovute al cambiamento climatico nei paesi più vulnerabili, nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Tuttavia, nella bozza conclusiva lo spazio relativo ai ristori chiesti dai paesi in via di sviluppo non compare.
Il fondo proposto dalla Ue dovrebbe essere istituito a questa conferenza e avere fonti innovative di finanziamento, fra le quali tasse sull’aviazione, il settore marittimo e i combustibili fossili. Ad annunciarlo il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans.
Timmermans ha anche detto che «il prossimo anno dovrà essere impiegato in un veloce processo di mappatura delle carenze, guardando a quello che funziona in contesti differenti e assicurando che i fondi siano adeguati ai bisogni dei più vunerabili». Il vicepresidente della Commissione ha ribadito che «dobbiamo rimanere sul percorso di mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi. Se non alziamo le nostre ambizioni immediatamente, noi passeremo un punto di non ritorno, e nessuna somma per i loss and damage sarà sufficiente».
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Va detto, però, che una nuova bozza di documento finale della Cop27 di Sharm el-Sheikh, diffusa stanotte alle 3:30, ha un paragrafo che riconosce la gravità delle perdite e dei danni causati dal riscaldamento globale nei paesi più vulnerabili, ma lascia in bianco lo spazio per gli strumenti di ristoro (il fondo chiesto da paesi meno sviluppati). La bozza ribadisce gli obiettivi della Cop26 di Glasgow di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, di ridurre le emissioni di CO2 del 45% al 2030 rispetto al 2010 e di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo.