Proprio dai sistemi agricoli possono arrivare soluzioni fondamentali. La costruzione di un nuovo equilibrio tra ambiente, alimentazione e agricoltura è cruciale
Caro Direttore, mentre in Egitto si tiene la conferenza internazionale COP27, è fondamentale rafforzare la consapevolezza che i sistemi agroalimentari devono essere sempre di più al centro delle soluzioni alla crisi climatica. Questo non solo perché l’agricoltura emette circa un quarto di tutti i gas serra ma anche, e soprattutto, perché essa subisce le principali conseguenze devastanti della crisi ambientale. Tuttavia, proprio dai sistemi agricoli possono arrivare soluzioni climatiche fondamentali. La costruzione di un nuovo equilibrio tra ambiente, alimentazione e agricoltura è una chiave di volta cruciale della sfida che abbiamo di fronte.
L’azione per il clima nei sistemi agroalimentari è urgente sia per sconfiggere la fame e la malnutrizione che per ridurre l’impronta di carbonio sugli ecosistemi. Non dovremmo mai dimenticarci che l’80% del nostro cibo è prodotto ogni giorno da piccoli e medi agricoltori: proprio loro bisogna supportare perché possano realmente guidare soluzioni climatiche nei territori. Le azioni preventive sono le misure più convenienti per ridurre gli impatti devastanti e duraturi dei cambiamenti climatici anche su come produciamo, trasformiamo e consumiamo cibo. E le innovazioni tecnologiche, digitali e scientifiche, basate sull’evidenza dei dati, diffuse un modo corretto ed equo, non omologanti e rispettose della biodiversità, possono guidare la trasformazione verso modelli a basse emissioni.
Le tante applicazioni dell’agricoltura di precisione, con l’utilizzo in particolare dei dati, possono permetterci di tradurre in realtà l’obiettivo di «produrre meglio, consumando meno». In parte sta già accadendo, ma non basta. Il punto è rendere accessibili a tanti, e non solo a pochi, questi strumenti garantendo costi sostenibili e utilizzi trasparenti. Ci sono scelte da compiere a ogni latitudine e in ogni ambito.
La gestione e il ripristino delle foreste sono necessari per migliorare la salute e la produttività del suolo e ripristinare un terzo della terra arabile degradata. La cura delle foreste può creare pozzi di carbonio e il loro potenziale di mitigazione globale, entro il 2050, può essere di 3,9 gigatonnellate di CO2 annuo. Fermando la deforestazione si possono quindi ridurre le emissioni di gas serra dell’11% all’anno, salvaguardando più della metà della biodiversità terrestre. L’agroforestazione è una delle chiavi per rendere il pianeta più verde. Suoli sani possono essere nostri alleati formidabili perché potrebbero compensare annualmente almeno un terzo delle emissioni globali di gas serra dei terreni agricoli, in particolare sui pascoli.
L’accesso alle energie rinnovabili è un pilastro dei sistemi agroalimentari sostenibili. L’utilizzo limitato o inadeguato all’energia pulita lungo la filiera aumenta le perdite e gli sprechi di cibo e sostanze nutritive, riducendo la capacità di generare prodotti di maggior valore e il potenziale degli agricoltori di aumentare il reddito e migliorare i propri mezzi di sussistenza. L’agricoltura utilizza oltre il 70% dei prelievi globali di acqua dolce e l’aumento della sua scarsità impone una migliore governance idrica e una gestione integrata per produrre cibo più nutriente con meno acqua. I sistemi zootecnici, a partire da quelli intensivi, rappresentano una delle sfide più importanti perché possono cambiare e rendersi più sostenibili, riducendo le loro emissioni di metano fino al 30%, con il miglioramento dell’alimentazione, della genetica e della salute animale. Ci sono già innumerevoli esperienze anche in Italia utili a dimostrare che questa svolta è praticabile senza colpevolizzare indistintamente tutta la zootecnia. Il cambiamento climatico modifica anche la diffusione di parassiti, malattie e specie invasive richiedendo maggiori investimenti in misure per la salute delle piante e degli animali: la prospettiva «One Health» è l’unica strada possibile per essere attrezzati a questo cambiamento del rapporto natura-animali-uomo.
La FAO, con la «Strategia sui Cambiamenti Climatici 2022-2031» ha rafforzato la propria azione di supporto per trasformare i sistemi agroalimentari in soluzioni climatiche a basse emissioni di carbonio, ecologiche e resilienti: dai progetti di aiuto agli allevamenti nei paesi del Sahel, alle azioni di adattamento ad Haiti, a innumerevoli iniziative in corso dal Nordafrica, all’America Latina, all’Asia. Cerchiamo così di tradurre in azioni utili il confronto, ancora difficile, sul ruolo della finanza climatica e sul supporto ai paesi più vulnerabili che subiscono i maggiori danni e perdite.
Caro direttore, non ci sarà nessuna svolta climatica senza un nuovo equilibrio dei sistemi alimentari. Con questa consapevolezza occorre lavorare per diffondere e rafforzare velocemente le buone pratiche già operative e rendere così concreto il cambiamento giusto e necessario.