22 Novembre 2024
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Nei prossimi cinque anni dobbiamo investire 235 miliardi, riducendo divari territoriali, generazionali, di genere. Accelerando transizione digitale ed ecologica

«Il Pnrr non è il Piano di rilancio di questo Governo. È il Piano di rilancio di tutto il Paese. E spetta a tutti – politici, funzionari, imprenditori, parti sociali – contribuire alla sua realizzazione in modo rapido, efficiente, onesto». Lo ha detto il premier Mario Draghi nel corso del suo intervento alla Conferenza degli ambasciatori d’Italia nel mondo. «Abbiamo davanti sfide significative, da cui dipende la nostra credibilità davanti ai cittadini e ai nostri partner. La prima è l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Ci sono 235 miliardi da investire
Nei prossimi cinque anni, ha ricordato Mario Draghi, «dobbiamo investire 191,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri fondi per un totale di 235 miliardi di euro. Ci siamo impegnati a ridurre i divari territoriali, generazionali, di genere. Ad accelerare la transizione digitale e quella ecologica. A migliorare la scuola e rafforzare la sanità. E a riformare in modo profondo l’economia, per rilanciare la produttività, semplificare la burocrazia, favorire l’innovazione».

Anni difficili per la pandemia e la crisi economica
Il premier ha ricordato come gli ultimi anni siano stati «molto difficili per il nostro Paese, come per il resto del mondo. Mi riferisco alla pandemia e alla crisi economica, che hanno colpito soprattutto i più deboli. Ma, in questi mesi, l’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di saper reagire alle crisi più dure con coraggio, determinazione, unità». Ha sottolineato come medici, infermieri, volontari abbiano somministrato oltre 106 milioni di dosi di vaccino, ricordando che si è trattato «di uno sforzo senza precedenti nella storia recente».

Serve la massima cautela nei prossimi mesi
«L’altra priorità è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria. La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità. L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi», ha detto il premier.

L’economia è in ripresa, grazie a lavoratori e imprenditori
«L’economia – ha detto il premier – è in ripresa, grazie all’impegno di lavoratori e imprenditori. E l’Italia ha avuto un ruolo centrale sulla scena internazionale. L’attività di Governo dal punto di vista della politica estera è stata molto intensa». E ha ringraziato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e tutti i diplomatici. Ha ricordato che sotto la presidenza italiana, il G20 ha fatto «passi avanti molto significativi sul fronte della tassazione globale, della distribuzione di vaccini, della lotta al cambiamento climatico. Abbiamo organizzato un vertice straordinario sull’Afghanistan, per coordinare una risposta comune sui temi degli aiuti umanitari, della lotta al terrorismo, della mobilità. Il nostro è stato un multilateralismo efficace, che parte dalla consapevolezza che i fenomeni globali richiedono risposte collettive».

Essenziale ampia partecipazione alla decarbonizzazione
«É essenziale continuare a impegnarci perché tutti i Paesi partecipino al processo di decarbonizzazione. Questo può procedere con velocità diverse, a seconda del livello di sviluppo economico dei singoli Stati, ma deve partire al più presto ovunque», ha sottolineato Draghi. «Dobbiamo ribadire l’impegno, preso al G20 di Roma, di contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo e raggiungere la neutralità climatica intorno alla metà del secolo», ha ribadito Draghi, sottoline qando come «il settore privato può contribuire in maniera decisiva a questo obiettivo, come è emerso alla COP26 di Glasgow. E dobbiamo coinvolgere i giovani, i veri protagonisti di questo cambiamento».

Il ricordo dell’ambasciatore Luca Attanasio
«Voglio ricordare il vostro collega, l’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso brutalmente nella Repubblica Democratica del Congo con il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milàmbo. Sono morti per aver fatto il loro lavoro, in un contesto difficile, come quello in cui operano molti di voi. Ai loro cari va la mia più sentita vicinanza. Auspico che venga fatta finalmente luce sul loro assassinio, e che si accertino prontamente tutte le responsabilità. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, ha aperto il suo intervento alla Conferenza degli ambasciatori d’Italia nel mondo, ricordando la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio, molto il 22 febbraio 2021 per le ferite riportate nell’agguato presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma.

Una priorità la gestione della crisi sanitaria
L’altra priorità, ha sottolineato Draghi, «è la gestione della nuova fase della crisi sanitaria. La campagna di vaccinazione ci ha permesso di salvare vite e di riaprire l’economia, le scuole, i luoghi della nostra socialità». Un cenno anche alla corsa della variante Omicron e delle nuove sfide per prevenire i danni irreparabili che sta provocando alle economie di altri Paesi. «L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano però alla massima cautela nella gestione dei prossimi mesi. Il contrasto alla pandemia non è una questione soltanto interna, ma un tema centrale per la politica estera».

Necessario vaccinare il mondo
Il premier ha ricordato come durante la presidenza del G20 l’Italia abbia incoraggiato «la comunità globale a “vaccinare il mondo”, per aiutare i cittadini dei Paesi più vulnerabili e ridurre il rischio di nuove varianti». E ha sottolineato come il Global Health Summit dello scorso maggio a Roma abbia visto i Paesi più ricchi e le case farmaceutiche impegnarsi a donare un numero considerevole di dosi. «Dobbiamo mantenere queste promesse e assicurarci che i vaccini arrivino chi ne ha bisogno. L’Italia sostiene l’ambizione di vaccinare il 70% della popolazione di tutti i Paesi entro metà 2022. Quest’obiettivo ora deve essere raggiunto».

Transizione ecologica è una opportunità
Il premier ha ricordato che la lotta al cambiamento climatico richiede sforzi notevoli sul piano interno e internazionale. «Gli impegni che abbiamo preso come Unione europea – ha ricordato Draghi – ci obbligano ad agire su più fronti. Dobbiamo fare in modo che la transizione ecologica sia un’opportunità. Che le nostre imprese siano in grado di gestire queste profonde trasformazioni. Che i lavoratori siano formati adeguatamente per i lavori che verranno. E che i cittadini, soprattutto i più deboli, siano sostenuti nel far fronte ai costi della transizione».

Fondamentale la piena stabilizzazione della Libia
Il premier ha ricordato che il Paese è coinvolto nella gestione delle principali crisi internazionali. «L’Italia è da sempre impegnata a facilitare i processi democratici, promuovere la cooperazione internazionale, difendere la pace. Per il nostro Paese, la tutela dei diritti umani e delle liberà fondamentali è una priorità assoluta», ha detto Draghi, ringraziando uomini e donne che partecipano alle missioni all’estero civili e militari con coraggio e spirito di sacrificio. «In Libia, dobbiamo proseguire con il nostro impegno per la piena stabilizzazione del Paese, seguendo il percorso tracciato dalle Nazioni Unite. È un processo che deve rimanere a guida libica, che la comunità internazionale deve sostenere e accompagnare». Sottolineando che la stabilizzazione della Libia «è fondamentale anche per il controllo dei flussi migratori».

Ridurre le contrapposizioni ai confini orientali dell’Europa
Il premier ha detto che c’è anche la determinazione «a ridurre le contrapposizioni sempre più evidenti ai confini orientali dell’Europa. Mi riferisco alle tensioni in Ucraina con la Russia, e la crisi al confine tra Polonia e Bielorussia. Dobbiamo essere fermi nel condannare qualsiasi provocazione. L’utilizzo dei migranti come strumento di pressione geopolitica è inaccettabile. Allo stesso tempo, dobbiamo proseguire con il dialogo, a livello bilaterale e sul piano multilaterale». Serve anche accelerare verso una difesa europea, complementare alla Nato, ha detto il premier: «La Bussola Strategica che ci apprestiamo ad adottare è un primo passo, a cui deve seguire un impegno ancora maggiore in termini di capacità militari e risorse finanziarie. Dobbiamo costruire una politica estera più chiara e più forte, dotata di meccanismi decisionali efficaci – a partire dal superamento del principio di unanimità. All’interno di queste alleanze, il rapporto con gli Stati Uniti è e rimarrà centrale».

Momento storico la firma del Trattato del Quirinale
«A livello bilaterale, voglio ricordare il Trattato del Quirinale – ha rammentato Draghi – che abbiamo firmato il 26 novembre e che segna un momento storico nelle relazioni tra Italia e Francia.E il lavoro sul “piano di azione” che abbiamo avviato con la Germania e che porterà a un maggior coordinamento politico tra i due Paesi. Grazie alla politica estera l’Italia è più forte, più influente, più credibile. Lo stesso spirito di collaborazione, la stessa determinazione, lo stesso orgoglio di rappresentare l’Italia ci deve accompagnare anche il prossimo anno».

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