20 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Alessandra Graziani

Alternative Capital rilancia la sfida dei fondi: serve una rivoluzione sostenibile del terzo millennio, supportata da ricerca scientifica, tecnologie digitali e finanza green, che mettano al centro il clima e l’ambiente

«La pandemia globale del Coronavirus si intreccia con le tematiche collegate al climate change e porterà alla presa di coscienza collettiva di accelerare verso investimenti sostenibili, soprattutto nell’energia con una forte spinta alle rinnovabili». Evarist Granata, fondatore e ceo di Alternative Capital Partners, è uno dei nuovi gestori di investimenti alternativi illiquidi applicando criteri Esg. Un tema su cui Europa e Italia non sono all’anno zero. Ma per troppo tempo a livello globale si sono ignorati gli allarmi.
«Già nel 2007 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava che una delle più grandi conseguenze del cambiamento climatico sarebbe stata l’alterazione dei processi di trasmissione delle malattie infettive; oggi l’intera popolazione mondiale sta pagando i devastanti effetti di questi fenomeni, confermati anche da recenti studi scientifici». Granata cita la ricerca dell’Università di Harvard guidata dall’italiana Francesca Dominici che ha analizzato l’inquinamento atmosferico e i decessi di Covid-19 in diverse aree degli Usa «evidenziando su basi statistiche robuste una stretta correlazione tra aumento di particelle PM 2,5 ed il tasso di mortalità di Covid-191. Anche l’attuale situazione del Nord Italia è stata oggetto di alcuni studi accademici, i quali hanno individuato nell’inquinamento atmosferico PM 10 uno dei fattori che ha contribuito all’aumento della mortalità nelle province lombarde ed emiliane più colpite, aree storicamente considerate tra le più inquinate d’Europa».

Un legame da capire meglio
La eventuale correlazione sarà studiata e approfondita dagli scienziati nei prossimi mesi, ma la ricostruzione economica post Covid è l’occasione per una vera svolta green. «Oggi giustamente l’attenzione dei Governi e della Ue è concentrata sull’emergenza sanitaria e sul supporto ad imprese e lavoratori. Tuttavia è doveroso riflettere su una visione a medio-lungo termine, che pensi al rilancio economico e sociale, trasformando un grande problema in una concreta opportunità di radicale cambiamento: accelerare una rivoluzione sostenibile del terzo millennio, supportata da ricerca scientifica, tecnologie digitali e finanza green, che mettano il clima e l’ambiente quali fondamenti per migliorare il mondo e la salute delle persone».

I passi già compiuti
Come si diceva, l’Europa non parte da zero. «Per raggiungere questo ambizioso obiettivo occorrono risorse finanziarie eccezionali che già in parte (circa 1.000 miliardi di euro) sono state stanziate fino al 2030 nell’European Green Deal approvato a gennaio 2020 dalla Commissione Europea con il supporto della Bei» osserva Granata che ricorda come anche l’Italia disponga già di un potente strumento di azione, il “Pniec” (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima in fase di approvazione da parte della Commissione Europea) che potrebbe alimentare in 10 anni circa 1.200 miliardi di euro di nuovi investimenti in Italia per la transizione energetica e ambientale in progetti di efficienza energetica, rinnovabili distribuite, mobilità sostenibile ed economia circolare».
Un tale shock di investimenti sostenibili con una media di più di 100 miliardi di euro all’anno (ovvero circa il 7% del Pil italiano) in infrastrutture green segnerebbe una forte discontinuità rispetto al passato e contribuirebbe ad una crescita reale con impatti economici e ambientali eccezionali sull’intero indotto produttivo. Perché ciò avvenga davvero, e in tempi ragionevoli, serve però «uno snellimento delle procedure burocratiche e il varo di un piano straordinario di sustainable funding con importanti stimoli fiscali a favore del risparmio».

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