Fonte: Corriere della Sera
di Paolo Valentino
L’ex ministro delle Finanze e presidente del Bundestag in una intervista al Tagesspiegel dice che è sbagliato lasciare le decisioni solo nelle mani dei virologi: «Bisognerà tenere conto di tutte le implicazioni economiche, sociali e psicologiche»
Diventa un tema centrale e lacerante in Germania la limitazione delle libertà personali e della privacy a causa del coronavirus. L’avvertimento più clamoroso e significativo viene dal presidente del Bundestag, Wolfgang Schaeuble, secondo il quale è «assolutamente sbagliato subordinare tutto alla salvaguardia della vita umana».
In un’intervista al quotidiano «Der Tagesspiegel», l’ex ministro delle Finanze ricorda che «se c’è un valore assoluto ancorato nella nostra Costituzione, è la dignità delle persone, che è intoccabile. Ma questo non esclude che dobbiamo morire».
La dignità delle persone
La frase «la dignità delle persone è intoccabile» apre in effetti l’articolo 1 della Costituzione della Repubblica federale. La conseguenza, secondo Schäuble, è che lo Stato deve assicurare a tutti le migliori cure sanitarie possibili, «ma purtroppo le persone continueranno a morire a causa del Covid-19».
Quanto a lui, il presidente del Bundestag, che ha 77 anni e appartiene al gruppo di età con più alto rischio, dice che «la sua paura è limitata, tutti lasciamo questo mondo prima o poi».
Schäuble ammonisce che le misure restrittive produrranno alla lunga un rovescio nell’atteggiamento della popolazione: «Più a lungo dura, più sarà pesante».
Le proteste
E in verità già nel fine settimane sia a Berlino che a Stoccarda si sono registrate dimostrazioni di protesta contro la limitazione delle libertà di movimento e di riunione, in sfida al divieto di assembramento, che limita a tre persone le riunioni in pubblico. Nella capitale, la polizia ha effettuato anche alcuni fermi.
Schäuble ha spiegato che l’uscita dalla quarantena sarà più difficile di quanto sia stato entrarvi. Le restrizioni dovranno essere eliminate con cautela e «passo dopo passo», ma le decisioni «non possono essere lasciate interamente nelle mani dei virologi. Invece, bisognerà tenere conto di tutte le «implicazioni economiche, sociali e psicologiche». Le conseguenze di un lockdown prolungato «sarebbero spaventose».
L’uscita di Schäuble, che invoca il coinvolgimento del Bundestag nelle decisioni sulle riaperture, suona indirettamente critica nei confronti di Angela Merkel, che la scorsa settimana in una riunione a porte chiuse della Cdu ha parlato di «orge di discussioni sulle misure di allentamento». Ma il presidente del Parlamento ha negato ogni intenzione polemica, dicendo che la cancelliera ha solo invitato alla prudenza.
Nell’intervista, Schäuble affronta anche il tema del ruolo dello Stato nel contrastare le conseguenze economiche della pandemia: «C’è il sentimento diffuso che ogni problema possa essere risolto con l’impiego di risorse pubbliche senza limiti e che basti un forte programma congiunturale per rimettere in piedi l’economia. Ma lo Stato non può sostituirsi al fatturato per sempre».
Il dibattito sulle app
I moniti di Schäuble, considerato uno dei padri nobili della nazione, cadono mentre un altro dibattito controverso è in corso sul software che verrà usato nella app in preparazione per tracciare i contagiati e i loro contatti. In risposta alle molte critiche emerse contro l’ipotesi di raccogliere i dati in un server centralizzato, secondo il progetto Pepp-PT, il governo ha cambiato la sua posizione. Il ministro della salute Jens Spahn si è infatti espresso in favore di una soluzione decentralizzata, con il progetto DP-3T, in base al quale i dati verranno raccolti solo nei singoli cellulari e poi trasmessi alle autorità: «Questo – ha spiegato il capo della cancelleria, Helge Braun – creerà maggiore fiducia».