10 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Antonio Calitri

Il risultato di una ricerca francese pubblicata sulla rivista The Lancet Infectious Diseases


Esistono almeno tre decorsi sintomatici dell’infezione da Covid19, da quello che parte subito severo ma migliora spontaneamente a quello che parte soft e poi si aggrava rapidamente e ha immediato bisogno di rianimazione. Questo è il risultato di una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet Infectious Diseases e realizzata dall’Istituto Pasteur di Parigi insieme al  dipartimento di malattie infettive e tropicali dell’ospedale Bichat di Parigi, all’Università di Parigi, all’ospedale universitario di Bordeaux e agli ospedali civili di Lione.
I cinque pazienti, ricoverati nell’ospedale parigino e in quello di Bordeaux tra il 24 e il 29 gennaio, coprivano praticamente tutte le fasce di età e sesso. Tre erano uomini rispettivamente di 31, 48 e 80 anni, due erano le donne di 30 e 46 anni. Ai cinque malati ricoverati, sono stati prelevati campioni di materiale rinofaringeo, sangue, urine e feci, una volta al giorno fino al terzo giorno di ricovero e poi ogni due giorni fino alle dimissioni dalle strutture. Tutti i campioni poi sono stati inviati ai centri di riferimento francesi per le malattie respiratorie ovvero all’Istituto Pasteur di Parigi e agli Ospedali Civili di Lione dove è stata effettuata l’estrazione di RNA e la RT-PCR in tempo reale oltre all’isolamento e al sequenziamento del virus. Da questo studio emerge che i cinque pazienti hanno avuto tre percorsi diversi che, commenta il professor Xavier Lescure dell’ospedale Bichat e primo autore dello studio, sembrano “essere confermata dall’esperienza clinica durante la fase epidemica” attualmente in corso.

I tre decorsi si possono sintetizzare così:
1) situazione di partenza molto sintomatica con evoluzione spontanea rapidamente favorevole nonostante una forte presenza del virus SARS-CoV-2 a livello rinofaringeo sin dall’inizio della malattia.
2) situazione bifasica con una fase iniziale rassicurante e un peggioramento secondario a partire da circa 10 giorni dopo l’insorgenza della malattia, nonostante una diminuzione della carica virale durante questo periodo nei campioni rinofaringei.
3) presentazione grave che progredisce rapidamente verso l’insufficienza multipla di organi con una carica virale elevata persistente nel tratto respiratorio superiore e inferiore e il rilevamento di virus nel plasma.

Seppur il campione dell’analisi è limitato, specifica il professor Lescure, con questo studio “sembra interessante comprendere meglio la storia naturale della malattia COVID-19 e contribuire alla gestione terapeutica adattata ad ogni situazione. Suggerisce che la stragrande maggioranza dei pazienti non ha bisogno di cure. Illustra la necessità di identificare rapidamente i pazienti che potrebbero peggiorare secondariamente a seconda di un determinato campo” e nello specifico conferma che il genere maschile è un fattore di rischio di maggiore gravità dell’evoluzione virale.

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