Fonte: La Repubblica
di Michele Bocci e Giovanna Virale
Aumento del 50% in terapia intensiva e del 100% in pneumologia e infettive. Medici e infermieri reclutati in tutte le regioni e nelle Forze armate
Bisogna correre, sperando che il virus non vada più veloce. Dopo l’impennata di contagi, il governo ha deciso di accelerare sulla riorganizzazione degli ospedali per evitare che collassino sotto il peso dell’emergenza. I letti in terapia intensiva saranno aumentati del 50% e del 100% in sub-intensiva. Medici e infermieri che lavorano nelle aree meno colpite dall’epidemia e una quota di sanitari delle Forze armate andranno a dare una mano ai colleghi delle zone rosse. In caso di bisogno, i pazienti ricoverati per altre patologie verranno trasferiti nelle strutture private accreditate e nelle caserme appositamente attrezzate per decongestionare gli ospedali impegnati sul fronte coronavirus. Mentre la mascherina viene raccomandata “solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate”.
Più letti nei reparti chiave
Ieri una circolare del ministro alla Salute ha disposto il potenziamento delle rianimazioni: gli attuali 5.100 letti saranno incrementati del 50%, malattie infettive e pneumologie del 100%. Un bello sforzo, se si considera che i reparti gestiti dagli infettivologi hanno circa 2.500 posti, circa un terzo dei quali in isolamento. Da ricavare, per “garantire il controllo delle infezioni, anche attraverso la rimodulazione locale delle attività ospedaliere”. Le strutture private accreditate dovranno prendere in carico i pazienti non affetti da Covid-19 per ridurre la pressione sulle strutture pubbliche. Le quali dovranno bloccare gli interventi chirurgici programmati se nell’area dovesse presentarsi un caso di coronavirus di cui non si sa la fonte di trasmissione o non collegato a una zona rossa.
I medici che si spostano
Sempre nella circolare si segnala inoltre la necessità di “ridistribuire il personale sanitario destinato all’assistenza”, prevedendo un percorso formativo “rapido” “per infermieri e medici da dedicare alle aree di sub-intensiva”. Chiara la ratio: preparare in velocità il personale sanitario a lavorare nei reparti più sotto pressione. All’interno dei pronto soccorso devono essere organizzate aree dedicate ai contagiati. I turni dei professionisti nelle aree colpite devono essere organizzati “reclutando anche operatori che svolgono attività in altre aree del Paese meno sottoposte a carichi assistenziali legati alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19”.
Stop alle visite dei parenti
Le misure previste nel nuovo Dpcm firmato ieri sera dal premier Conte rafforzano quelle già adottate in precedenza. “Sull’intero territorio nazionale sono sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o incaricato dello svolgimento di servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità”, si legge nel testo. Un modo per dire che l’impegno deve essere tutto concentrato sull’emergenza. “Per gli accompagnatori dei pazienti” scatta poi il divieto “di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso”. E viene limitato l’accesso di parenti e visitatori nelle “strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non”. Obiettivo: preservare le categorie più a rischio.
Le caserme
Anche la Difesa si è mobilitata, predisponendo – in caso di necessità – un totale di 2.200 stanze e 6.600 posti letto, distribuiti su tutto il territorio nazionale, per i cittadini sottoposti a quarantena. Dieci medici e 14 infermieri militari sono già partiti per le zone rosse della Lombardia: una dotazione pronta a salire rispettivamente a 40 unità. Alle tre caserme già in corso di utilizzo per fronteggiare l’emergenza – due a Roma, una a Torino – se ne aggiungeranno altre due a Milano: la Annibaldi, presso Baggio, e una struttura dell’Aeronautica a ridosso di Linate. E sempre dell’Aeronautica sono le basi individuate in caso di necessità al Centro-Sud: Taranto, Trapani Birgi, Decimommanu (Cagliari).