20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

di Alessandra Ziniti

La circolare sull’applicazione del nuovo Dpcm.” I congiunti sono le persone con cui c’è comunanza di vita e di affetti”, come i fidanzati o i compagni. I controlli puntano sui divieti di assembramento. Non più necessaria la richiesta preventiva di autorizzazione delle aziende

l termine congiunti ricomprende “i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e di unione civile, nonché le relazioni connotate da ‘duratura e significativa comunanza di vita e di affetti”, tra cui i fidanzati come stabilito da una sentenza della Cassazione del 2014 anticipata da Repubblica il 28 aprile.
Ecco l’indicazione che il Ministero dell’Interno dà ai prefetti nella circolare per l’applicazione delle nuove misure del Dpcm che entrerà in vigore alla mezzanotte di oggi. Dunque incontri con persone con cui si ha comunanza di vita e di affetti. Incontri impossibili da valutare da parte di chi dovesse fermare un cittadino per strada e che dunque difficilmente saranno oggetto di controlli che saranno invece puntati sui divieti di assembramento.
D’altra parte da sempre la filosofia del Viminale ( che avrebbe voluto porre già termine all’autocertificazione) è quella di puntare sulla responsabilizzazione del cittadino. “Ferma restando l’assoluta necessità di far leva sul senso di responsabilità dei singoli cittadini, il quadro complessivo delle misure adottate (in materia di spostamenti delle persone) impone di trovare un punto di equilibrio tra il primario obiettivo di salvaguardare la salute pubblica, da perseguire essenzialmente con il divieto di assembramento e, più in generale, con il distanziamento interpersonale e ogni altra forma di protezione individuale, e l’esigenza di contenere l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini”. Il capo di gabinetto Matteo Piantedosi, che firma la circolare, aggiunge che ” la valutazione dei casi concreti dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento”.
Nessun riferimento al modulo di autocertificazione che sostanzialmente esce di scena pur rimanendo formalmente richiedibile. Sul sito del ministero c’è ancora la versione vecchia che, rispetto alle nuove norme, presenta notevoli incongruenze. Per altro ieri Palazzo Chigi ha specificato che per chi esce per sport o attività motorie non è più necessaria l’autocertificazione e per chi va al lavoro basta esibire un tesserino aziendale.
Il Viminale ribadisce poi alcuni dei punti cardine delle nuove misure su cui già ieri il governo ha chiarito.

I rientri a casa
Il Dpcm sulla Fase 2 consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza ma una volta rientrati, “non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della regione in cui ci si trova”, a meno che non ci siano “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”.

Allenamenti individuali per squadre
“È consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”.

Le autorizzazioni alle aziende
Le aziende non dovranno più inviare ai prefetti richieste di autorizzazione o la comunicazione preventiva per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Il sistema sulla verifica della sussistenza delle condizioni per la ripresa viene sostituito con un “regime di controlli sull’osservanza delle prescrizioni” contenuti nei protocolli in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. “A fronte dell’esigenza di sostenere il riavvio del tessuto produttivo economico nazionale – indica la circolare – si pone l’imprescindibile necessità di garantire la sicurezza dei lavoratori e di assicurare idonei livelli di protezione negli ambienti di lavoro”. Per questi obiettivi sarà determinante attivare “un adeguato sistema di controlli, teso a verificare la puntuale osservanza delle prescrizioni poste a presidio delle tutele e ad applicare le eventuali, relative sanzioni”.

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