Fonte: La Stampa
di Marco Bresolin
Macron alla nazione: “Siamo in guerra”, e la Francia sceglie la via italiana. Forti restrizioni anche in Germania. L’Ue: “Vietati i viaggi”
«Siamo in guerra». Alle otto di sera, in diretta tv, Emmanuel Macron usa le parole più forti per descrivere l’emergenza Coronavirus. Il giorno dopo aver deciso – nonostante tutto – di tenere aperte le urne per le municipali, con la folla di parigini a passeggiare ai bordi della Senna, il presidente francese si è reso conto che quella che si sta combattendo da giorni in Italia e, più recentemente in Spagna, non è una battaglia nazionale. Ma una guerra che coinvolge tutta l’Europa. E così anche lui ha deciso di ordinare ai suoi concittadini di rimanere in casa. Non basta più la serrata di café e brasserie, annunciata sabato sera. Da mezzogiorno i francesi «dovranno fortemente ridurre i movimenti».
Si potrà uscire di casa soltanto per fare la spesa, per motivi sanitari, per andare al lavoro «e per fare un po’ di attività fisica, ma senza incontrarsi con altri». Per almeno quindici giorni. A vigilare sugli spostamenti dei cittadini ci sarà l’esercito, schierato nella regione dell’Ile de France e nel Grand Est. Una decisione inedita, come lo erano state quelle di Roma e di Madrid. E inedita è anche la decisione di Bruxelles di vietare l’ingresso nel territorio dell’Unione a tutti i cittadini extra-Ue, adottata proprio su spinta di Macron.
La mappa in diretta, ecco come si sta diffondendo il coronavirus giorno per giorno in tutto il mondo
Anche la Germania, dopo aver chiuso le sue frontiere europee, ha capito che bisogna fare di più. Soltanto ieri sono stati registrati più di mille casi, portando il totale dei contagi oltre quota seimila. Per questo Angela Merkel ha seguito l’esempio di molti suoi colleghi, pur non arrivando ancora al livello di Italia, Francia e Spagna: dopo aver delegato le misure ai Lander, ha accentrato i provvedimenti e ha deciso di fermare tutto. Scuole, teatri, musei, sale da concerto, bar, discoteche, parchi giochi, palestre, piscine, punti scommesse, chiese e bordelli. Tutto chiuso. Gli hotel potranno essere usati, «ma non a fini turistici». «Misure come queste non ci sono mai state in Germania – ha detto la Cancelliera -. Ma si tratta di misure necessarie che cambieranno la nostra quotidianità».
Oggi ci sarà una nuova riunione straordinaria del Consiglio europeo. Discuteranno del blocco agli ingressi nel territorio Ue proposto dalla Commissione. Una misura senza precedenti che è persino più forte di quella adottata nei giorni scorsi dagli Stati Uniti, che avevano deciso di fermare i voli dall’area Schengen. Bruxelles aveva duramente criticato la mossa, ma ora ha deciso di fare addirittura un passo oltre. Vietati tutti i viaggi «non essenziali» verso l’Ue e gli altri Paesi dell’area Schengen (Norvegia, Svizzera e Liechtenstein).
Coronavirus, Conte presenta decreto Cura Italia: “Diga per proteggere imprese, famiglie e lavoratori. L’Europa ci segua”
Garantita l’eccezione per i cittadini britannici, come ha assicurato von der Leyen. Ma Bruxelles ha chiesto a Londra di applicare le stesse misure, sbarrando dunque la strada a cinesi o statunitensi, per esempio. Il divieto non vale per determinate categorie: i cittadini Ue e i loro familiari, i cittadini extra-Ue che però risiedono stabilmente nel territorio dell’Unione, medici, infermieri e ricercatori del settore sanitario. Via libera anche ai lavoratori transfrontalieri e chi trasporta merci.
La questione delle frontiere è stata al centro di una riunione tra tutti i ministri dell’Interno e della Salute dei Ventisette. La Commissione ha fatto notare che «chiudere i confini non è il modo migliore per contenere l’epidemia». E che gli effetti collaterali rischiano di essere devastanti perché «abbiamo prove di chilometri di code, con i camion bloccati». Per questo Bruxelles propone corsie rapide per il trasporto di farmaci, equipaggiamenti medici, cibo e servizi essenziali.
La Commissione ha offerto fino a 80 milioni di euro di sostegno finanziario a CureVac, uno sviluppatore di vaccini tedesco. L’avvio dei test è previsto da giugno.