19 Settembre 2024

Fonte: Sole 24 Ore

di Andrea Gagliardi

In controtendenza la Sardegna che potrebbe diventare bianca. La Liguria spera di tornare gialla. La provincia di Bologna da sabato diventerà «arancione scuro» mentre in Toscana la provincia di Siena e quella di Pistoia sempre da sabato diventeranno «zona rossa»


La situazione è seria «c’è una crescita dei casi in Italia come in altri Paesi come la Francia per l’impatto delle varianti». È perciò necessario «non allentare le misure adesso». È la linea del ministro della Salute Roberto Speranza, dopo l’atteso report settimanale dell’Iss, in giornata firmerà le nuove ordinanze che da lunedì e non più da domenica (questa la prima novità dell’era Draghi), faranno scattare i nuovi colori: Piemonte e Marche diventeranno quasi sicuramente arancioni. Ma rischiano l’arancione anche la Lombardia e la Basilicata. Peggiora anche la situazione di Lazio e Puglia che però dovrebbero restare gialle. Mentre potrebbe andare in rosso la Campania e l’Emilia Romagna che ha già fatto entrare Bologna in «arancione scuro». In controtendenza la Sardegna che potrebbe diventare bianca. Il timore principale sono le varianti, che laddove si sono manifestate hanno fatto rapidamente schizzare i numeri dei malati e soprattutto dei ricoveri verso l’alto. Secondo il Comitato tecnico scientifico oltre il 30% delle infezioni Covid-19 è dovuto alla variante inglese e verso la metà di marzo questa sarà predominante. Per questo il governo punta ad accelerare la campagna di vaccinazioni di massa.

La Liguria spera nel giallo
Attualmente sono sette le regioni arancioni. Molise, Campania e Emilia Romagna si sono aggiunte da domenica 21 febbraio ad Abruzzo, Toscana, Liguria, Umbria. In arancione anche le provincie autonome di Trento e di Bolzano. Ma quest’ultima ha deciso autonomamente di blindarsi con un duro lockdown a partire dall’8 febbraio fino al 14 marzo. Per passare da una zona più rigida a una più soft devono trascorrere due settimane con dati compatibili con la fascia inferiore. Solo la Liguria ambisce alla zona gialla («Abbiamo ha un Rt pari a 0,94, la situazione nei nostri ospedali è sotto controllo. Speriamo quindi di poter tornare in zona gialla dalla prossima settimana» ha affermato il presidente della Regione Giovanni Toti). Le altre regioni arancioni, in caso di impennata dei contagi e dei ricoveri, rischiano tutte di passare in fascia rossa. Intanto nelle Marche a rischio arancione, è stata disposta la didattica a distanza (Dad) al 100% nelle scuole superiori da sabato 27 febbraio fino al 6 marzo.

Tutti i lockdown locali
Il problema è quello di arginare i focolai, circoscrivendoli tempestivamente. Non a caso si moltiplicano gli interventi mirati dei governatori, con zone rosse locali in diversi territori. In Lombardia dal 23 febbraio al 2 marzo (con eventuale proroga) è stata istituita una «zona arancione rafforzata» in tutta la Provincia di Brescia, in otto comuni della bergamasca e in uno (Soncino) in provincia di Cremona. Oltre alle normali misure della zona arancione (vietato il servizio al tavolo per bar e ristoranti e divieto di uscita dal proprio comune), è prevista anche la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari, medie e superiori oltre al divieto di recarsi nelle seconde case. Ad allarmare è la diffusione delle variante inglese che nel bresciano riguarda un terzo dei contagi. A causa delle varianti Bollate (Milano) è in zona rossa fino al 24 febbraio insieme a Castrezzato (Brescia), Viggiù (Varese) e Mede (Pavia): divieto di spostamento e negozi chiusi.
Nella arancione Emilia-Romagna è stata stabilita da sabato una fascia «arancione scuro» (negozi aperti ma divieto di spostamento come nelle zone rosse e scuole chiuse ad eccezione di asili e infanzia) in tutta la provincia di Bologna. Stessa fascia arancione scuro da giovedì 25 febbraio e fino all’11 marzo, per 14 Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola. In Liguria (arancione) limitazioni ulteriori (ma senza zona rossa) sono previste fino al 5 marzo nei distretti di Ventimiglia e Sanremo: chiusi asili e scuole di ogni ordine e grado. In Abruzzo un’ordinanza regionale ha collocato in zona rossa fino al 28 febbraio le province di Chieti e Pescara a causa di un’impennata della variante inglese. In lockdown dal 25 febbraio al 7 marzo anche sei comuni dell’aquilano.
In Umbria è stata prorogata fino al 28 febbraio la zona rossa per la provincia di Perugia e alcuni comuni del ternano. In Molise (arancione) 33 comuni su 136 (uno su quattro) fino al 7 marzo sono in zona rossa. In Toscana, le province di Siena e Pistoia diventano zona rossa da sabato 27 febbraio fino al 7 marzo. Rossa anche Cecina, nel livornese a partire dal 25 febbraio per «almeno una settimana». Nel giallo Lazio zona rossa per Torrice (Frosinone), «a causa della forte incidenza e presenza della variante inglese», Colleferro, Carpineto romano e Roccagorga (Latina). In lockdown, a partire da giovedì 25 febbraio, anche San Cipirello e San Giuseppe Jato (Palermo) nella gialla Sicilia.

Sardegna in pole per la zona bianca
In controtendenza la Sardegna. L’isola ha centrato per due settimane di seguito i requisiti necessari (meno di 50 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti, Rt sotto 1 e rischio complessivo basso) per scalare in fascia bianca, quella meno a rischio. Se i parametri saranno tutti e tre rispettati anche nel monitoraggio di venerdì potrebbe diventare bianca (anche se è arrivata la notizia dei primi casi di variante inglese del Coronavirus nell’isola). Sarà la cabina di regia a decidere se sancire il passaggio. Sarebbe la prima regione italiana. Con il passaggio in zona bianca riaprirebbero palestre, cinema, e teatri. E i ristoranti potrebbero fare servizio al tavolo anche la sera. Anche se bisognerà continuare a rispettare il distanziamento e usare la mascherina.

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