21 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

di Camilla Cupelli

Siamo al 54° posto nella classifica di Transparency International che monitora la percezione in 180 Paesi nel mondo

L’Italia avanza nella classifica di Transparency International, che monitora l’indice di corruzione percepita in 180 Paesi nel mondo, passando da sessantesima a cinquantaquattresima. Una positiva scalata di sei posizioni che fa riflettere, ma non basta. Il punteggio assegnato al nostro Paese è 50, in una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (non corrotto). Siamo ancora lontani, quindi, dalla sufficienza, anche se il balzo in avanti è significativo.

Il caso italiano
«Il bicchiere è mezzo pieno perché il nostro Paese migliora rispetto al passato, ma il giudizio è ancora insufficiente, resta ancora molto da fare – sostiene Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia –. Dove agire? Due sono i problemi principali: la trasparenza sui finanziamenti della politica e la regolamentazione dell’attività di lobby. Se vogliamo andare oltre, possiamo parlare anche di una cultura della legalità, che deve partire dalle scuole. C’è ancora molto da fare».
L’Italia non è più fanalino di coda dell’Europa, poiché si posiziona al venticinquesimo posto su trentuno Stati considerati, ma è ben lontana dalla vetta. L’avanzamento del nostro Paese è però costante ormai dal 2012, anno di applicazione della cosiddetta “legge Severino”, la legge anticorruzione. Da allora, quando l’Italia era al settantaduesimo posto, sono state scalate diciotto posizioni in classifica. Altro elemento che ha aiutato il miglioramento italiano è stato l’insediamento di Raffaele Cantone a capo dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, momento storico che ha contribuito a modificare la percezione del fenomeno corruttivo in Italia.

Una panoramica
L’indice, chiamato Cpi (Corruption Perception Index), riguarda la percezione della corruzione nella pubblica amministrazione. Secondo Transparency International, i Paesi che raggiungono la sufficienza a livello mondiale, nelle tabelle relative al 2017, sono soltanto 37. Nei primi posti della classifica restano Danimarca e Nuova Zelanda, mentre la Somalia si attesta nell’ultima posizione, con un punteggio di 9/100.

Come si calcola l’indice
Il Cpi viene calcolato tramite una serie di fonti che forniscono la percezione di uomini d’affari e di esperti nazionali sul livello di corruzione nel settore pubblico mentre non viene considerata la percezione del singolo cittadino. Nel caso italiano, tra gli indicatori utilizzati sono presenti, tra gli altri, l’indagine del World Economic Forum, l’IMD World Competitiveness Yearbook e il Global Insight Country Risk Ratings.

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